Quando nacque a New York era il 22 gennaio 1899, suo padre era Belmond DeForest
Bogart, uno dei più importanti chirurghi della grande mela, la madre Maud
Humphrey si occupava d'illustrazioni di riviste. Uscito dagli studi superiori
completati alla Trinity School, Humphrey, decise di iscriversi alla Philips
Academy di Andover, una scelta che da questo momento lo segnò forse nel
carattere, poichè in breve tempo fu espulso per cattiva condotta. Nel 1918 si
arruolò nei marines dove stette per diversi mesi, fino a quando decise di
tornare alla vita normale facendosi assumere come organizzatore dell'impresario
teatrale William A.Brady, il quale vide nel personaggio Bogart un possibile
attore tanto da invogliarlo a calcare il palcoscenico. Il risultato fu alquanto
convincente, le prime prestazioni non diedero frutti, ma Humphrey dimostrava già
di essere un duro e non demorse.
Nel 1929 mentre recitava "It's a Wise Child" un agente della 20th Century Fox lo
notò e gli offrì un contratto di un anno, partecipò in ruoli di secondo piano;
passò alla Universal partecipando ad un discreto film "Bad Sister" 1931, ma
ancora il successo tardava a venire, tanto da rinunciare alla carriera
cinematografica per dedicarsi al teatro.
Nel dicembre del 1931 la Columbia lo convocò e gli fece firmare un contratto di
breve termine, lasciando il teatro per tornare al cinema interpretando la
commedia "Love Affair" diretta da Thorton Freeland. Da qui passò subito alla
Warner Bros nel 1932 recitando due film diretti da Mervyn LeRoy: "Big City
Blues" e "Three on a Match". In questo secondo film interpretò per la prima
volta il ruolo di un gangster, ma, appena finito di girare, tornò ancora una
volta a teatro. Una carriera che si presentava in maniera discontinua, mai un
successo, ruoli marginali o secondari, Bogart avanzava anche con l'età e per un
attore che cerca di emergere e diventare una star gli anni contano e più passava
il tempo più sembrava non essere tagliato né per il teatro né per il cinema.
Nel 1935 tornò a teatro per interpretare per sette mesi il ruolo del gangster
Duke Mantee insieme con Lesile Howard nella commedia "The Pietrified Forest" di
Robert E. Sherwood. L'opera ebbe un tale successo che la Warner scritturò Howard
come protagonista dell'omonimo film, l'attore principale volle con sé anche
Bogart, il quale da questo momento, all'età di 37 anni, iniziò una delle
carriere cinematografiche più prolifiche della storia del cinema americano.
Sotto contratto della Warner Bogart rimase fin al 1948, producendo un film ogni
due mesi e interpretando il ruolo del cattivo in film di genere gangster,
facendo da spalla ad attori del calibro di Edward G.Robinson, James Cagney,
Gorge Raft. La sua abilità consisteva nello svolgere parti secondarie che
mettevano in luce la figura dell'attore protagonista. È da notare come dopo gli
inizi degli anni Trenta nei quali il gangster veniva visto come una figura
romantica, ora questo tipo di personaggio è abbandonato dal mito e relegato come
un fallito della società malata.
Non sempre però gli venivano date parti così negative, ad esempio nel 1936
interpretò un evaso redendo ne "L'isola della furia" (Isle of Fury), sempre in
quell'anno in "Ali sulla Cina" (China Clipper) metteva i panni di un
collaudatore di aeroplani e in "Two Against the World" fece il direttore di una
stazione radiofonica, che si metteva contro un padrone disonesto.
Nel 1937 in "Le cinque schiave" (Marked Woman) fece una bella interpretazione di
un procuratore distrettuale, che riesce con l'aiuto di una donna (Bette Davis) a
sgominare una banda di malfattori. L'anno successivo in "Crime School" diventa
un direttore di un riformatorio, che, grazie alle sue idee riesce a ristabilire
i rapporti tra carcerieri e i giovani rinchiusi. Il regista Raoul Walsh gli
diede l'occasione nel 1940 di poter interpretare, accanto a Gorge Raft in
"Strada Maestra" (They Drive by Night), la parte di un camionista, il quale era
in lotta con i problemi della vita, i lunghi viaggi, i soldi e gli inganni dei
colleghi. Il successo fu immediato, pur essendo ancora una parte secondaria
Bogart sperimentò un nuovo tipo di recitazione, più dinamica, meno impacciata
come nei soliti ruoli passati e soprattutto lo fece identificare nel pubblico
che finalmente capì che quell'uomo non bello, dal fisico poco prestante, poteva
dare delle emozioni che prima non aveva mai dato.
Ancora Walsh lo chiama nel 1941 in "Una pallottola per Roy" (High Sierra), Gorge
Raft rinuncia al ruolo di protagonista e la parte viene data a Bogart, che veste
i panni di Roy Earle, un gangster ormai al tramonto e non più giovane. Con
questa parte l'attore , grazie all'aiuto del regista che gli diede un senso di
umanità, sviluppa un personaggio con uno spessore psicologico mai visto prima,
legato dalla lealtà verso il suo capobanda, che lo libera di prigione per fare
un ultimo colpo, e dall'amore non corrisposto con una donna. In questa spirale
diventa suo malgrado un eroe, sempre legato al pensante passato di gangster,
dove la fuga e la sua fine sono l'espiazione del peccato.
Agli inizi degli anni Quaranta, gli Stati Uniti erano in guerra, il clima
interno della nazione attraversava un momento particolare e il cinema ne prese
subito spunto per modificare le sue vedute mostrando film con soggetti e
personaggi che riuscivano a vivere e a mettersi contro contesti urbani
difficilissimi. Ora non si fidava più ne la giustizia né l'autorità pubblica,
era il momento di dar vita a personaggi come quello nato dalla penna dello
scrittore Dashiell Hammett nel 1929: il famoso detective Sam Spade.
Nel 1941 la Warner decide, dopo aver visto due fallimenti, di riportare per la
terza volta sullo schermo "Il mistero del Falco" (The Maltese Falcon), ma con la
particolarità di essere il più fedele possibile al romanzo. Bogart, finalmente
porta al successo quest'opera, ne incarnò il personaggio in maniera incredibile,
benché coadiuvato da un cast di grande fama, si immerge nella parte del
detective, assumendone i toni psicologici e ironici tipici del personaggio
creato da Hammett. È un uomo solitario, duro, che non ama farsi aiutare da
colleghi o tanto meno dalla polizia, porta rispetto verso il suo lavoro di
detective, ha un volto impenetrabile che non lascia passare facilmente né i suoi
pensieri nè i suoi sentimenti, usa l'ironia quando si trova in estreme
situazioni di pericolo, ma alla fine ottiene sempre il risultato che vuole con
le buone o con le cattive.
Dopo questo clamoroso successo la strada è spianata e Bogart viene chiamato per
girare un classico della cinematografia americana "Casablanca" con Ingrid
Bergman. Qui si trovò a dover fare i conti con un contesto straniero e dai mille
risvolti, nella parte di Rick, mostra ancora una volta il suo volto di duro
combattuto in un contesto di guerra e amore, dove l'arrivo della sua amata
donna, lo risveglia e gli impone l'ordine di impegnarsi affinché tutto migliori,
lanciando un messaggio anche all'America di vincere la guerra che stava
combattendo per il bene dell'intero mondo.
Rimanendo sempre fedele a se stesso e soprattutto nei confronti della sua donna
che ama e che non può dimenticare come la storia ci mostra, il film che piacque
a tutti, grazie anche all'abilità del regista Micheal Curtiz, il quale sfruttò
il contesto africano, una novità per l'epoca, imponendo due temi fondamentali
l'amore che non può tramontare e vivere per una ragione.
Un successo planetario che fa di Bogart una Star di Hollywood, ormai un'icona,
prosegue la sua carriera con il successivo film "Acque del sud" (To Have and
Have Not) 1944 che gli cambierà la sua vita sentimentale. Infatti qui conosce la
sua nuova partner di lavoro la bella Laurel Bacall e come nella trama del film
se ne innamora anche nella vita. Interpretando Harry Morgan, si trova a dover
combattere, sebbene non abbia più interessi, contro il fascismo, forza egemonica
che impera in quel periodo in Europa. Uno dei migliori film di Boagrt, nel quale
il regista Howard Howks accorgendosi che l'attore e la Bacall si erano
innamorati realmente, ridusse al minimo sia la trama che l'azione per metterne
in risalto la loro storia sentimentale, cosicché il film ebbe uno stile
narrativo autentico e particolarissimo. Nel 1945 dopo tre divorzi da Helen
Menkel, Mary Phillips e Mayo Methot, decise di sposarsi con Laurel Bacall di
appena ventuno anni e ben venticinque anni più giovane di lui.
Alla fine della guerra, Bogart era uno delle dieci star più acclamate a
Hollywood e nel 1945 tornò al genere noir nella parte di un assassino sia in
"Nebbie" (Conflict) con Alexis Smith sia in "La seconda signora Carroll" (The
Two Mrs Carrolls) con Barbara Stanwyck. Non ci fu successo, se non quando tornò
a mettere i panni di un altro detective privato Philip Marlowe in "Il grande
sonno" (The Big Sleep) nel 1946 con accanto sua moglie laurel Bacall diretti
nuovamente da Howard Hawks. Marlowe, personaggio nato dalla penna di Raymond
Chandler, non era come Sam Spade, era più romantico, sempre in azione e alla
ricerca di misteri intricati da risolvere, tenendo sempre alto l'onore con la
forza e l'ironia che lo distingueva da tutti. Sul finire degli anni Quaranta
affrontò due interpretazioni particolari che lo ricordano quando era agli
esordi: ne "L'isola di corallo" (Key Largo) 1948 con accanto sempre sua moglie
sostenne una parte analoga a quella interpretata da Lesile Howard in "La foresta
pietrificata" doveva vedersela con un bandito balordo (interpretato da Edward
G.Robinson). Mentre ne "Il tesoro della Sierra Madre" (The Treasure of the
Sierra Madre), sempre 1948, il regista John Huston lo chiamò ad interpretare la
parte di un avventuriero alla ricerca dell'oro e della felicità che non arriverà
mai. Di questa interpretazione eccellente il pubblicò faticò non poco ad
accettarla, ma fu anche qui l'inizio di uno modello di recitazione che doveva
adattarsi a certi personaggi.
Gli anni Cinquanta segnarono la fine dell'attore visto come eroe, fondò una casa
di produzione propria la "Santana Pictures" producendo film come "I Bassifondi
di San Francisco" (Knock on Any Door) 1949, contro la pena di morte. Ma dopo
"Tokyo Joe" 1949 e "Assalto al cielo" (Chain Lighting) 1950 che ebbero poco
successo di pubblico e critica, il regista Nicholas Ray gli affidò la parte
originale di uno sceneggiatore hollywoodiano che aveva attacchi di follia
omicida, qui Boagart seppe dare il meglio di sé come nell'anno successivo il
1951 ne "La città è salva" (The Enforced) vestendo i panni di un procuratore
distrettuale alle prese con l'efferato crimine urbano. Attribuita erroneamente
la regia a Bretaigne Windust, oggi finalmente si è capito che fu girato da Raoul
Walsh; il film divenne un classico del genere noir perché fu girato con uno
stile documentaristico tipico del periodo anni Trenta come ne faceva all'epoca
la Warner, ma soprattutto certe scene violente e un montaggio pressante,
lasciavano il pubblico del tempo sbalordito. Ancora per la Santana produce
"Damasco '25" (Scirocco) del 1951, un flop al botteghino, ma subito e nuovamente
in quello stesso anno, il regista John Huston lo dirige in "La regina d'Africa"
(The African Queen), un classico, un successo che vede Bogart interpretare in
questa commedia ironica un alcolizzato brontolone alle prese con una zitella
interpretata da Katherine Hepburn che tenterà di redimerlo facendolo persino
innamorare. Con questa interpretazione Bogart corona il sogno di tutti gli
attori del mondo, vincere la mitica statuetta degli Oscar, un tributo doveroso
nei confronti di una carriera cominciata vent'anni prima e che lo aveva visto
approdare al grande schermo dopo una travagliata gavetta.
Nel 1952 un nuovo successo per la regia di Richard Brooks, l'attore va in difesa
della stampa e della democrazia americana in "L'ultima minaccia" (Deadline),
sempre lo stesso anno con lo stesso regista, ma non con lo stesso esito positivo
del precedente film, interpreta in "Essi Vivono" (Battle Circus) un medico
bevitore e donnaiolo dai modi burberi e sprezzanti. Maggior vigore espressivo lo
troviamo nel grande film voluto dal produttore Stanley Kramer e diretto dal
regista Edward Dmytryk "Gli ammutinati del Caine" (The Caine Mutino) del 1954
dove il personaggio del capitano Queeg, nevrotico e autoritario, diede a Bogart
la possibilità di incarnare un altro personaggio originalissimo e permise al
pubblico di riflettere sul potere e chi lo gestisce senza responsabilità.
Si avviano gli ultimi anni della sua carriera e della sua vita, il regista
viennese Billy Wilder lo chiama a interpretare nel 1954 una bellissima commedia
"Sabrina" nelle vesti di un ricco erede di una ricca famiglia con accanto Audrey
Hepburn e William Holden.
Ne "La contessa scalza" (The Barefoot Contessa) 1954 di Joseph J.Mankiewicz,
segnato dalle rughe mette i panni di un regista hollywoodiano alle prese con
l'ascesa di una ballerina spagnola interpretata da Ava Gardner. Questa
interpretazione non gli vale il successo e decide di tornare nel 1955 a ruoli
convenzionali in un film di poco interesse: "Non siamo angeli (We're No Angels),
di Michael Curtiz, con Peter Ustinov e Aldo Ray. Sempre in quello stesso anno è
chiamato da Edward Dmytryk in "La mano sinistra di Dio" (The Left Hand Good), a
fare una parte, per lui insolita, ma ben riuscita, di un finto prete che cerca
scampo in una missione cinese. Ancora nel 1955 il regista William Wyler gli
propone di interpretare per l'ultima volta il ruolo di un gangster in "Ore
disperate" (The Disperate Hours), lasciando sullo schermo una valida apologia di
una carriera iniziata con il ruolo di cattivo e conclusa alla stessa maniera. È
il 1956 e Bogart sostiene l'ultima sua grande interpretazione in "Il colosso
d'argilla" (The Harder They Fall) di Mark Robson, un giornalista alle prese con
il racket della boxe.
All'inizio di gennaio del 1957 minato dal cancro, muore lasciando agli
spettatori di tutto il mondo una serie di personaggi memorabili e irripetibili.
Durante gli anni successivi la sua morte la fama crebbe a tal punto da diventare
un mito ed essere ricordato per sempre come il primo attore con la faccia da
duro, sempre avendo stile, coraggio e a volte insolenza, ma anche sapendosi
mettere in disparte quando era il momento opportuno.
G.R.
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