Fu definito il re di Hollywood, senz’altro lo era, ma prima di diventarlo
dovette lottare duramente per raggiungere la celebrità, grazie anche e
soprattutto dagli incoraggiamenti delle donne.
William Clack Gable nacque a Cadiz in Ohio, figlio unico, il padre, William
H.Gable, era un fattore e un operaio addetto ai pozzi petroliferi. La madre
Adeline, morì quando Clark aveva solo 7 mesi e fu affidato per due anni ai
nonni, fin quando suo padre sposò Jennie Dunlap, la quale ebbe poi un influenza
decisiva nella formazione del futuro attore, poiché imparò da lei la forza e la
dolcezza e fu sempre molto legato.
Dopo il secondo anno di scuola superiore decise di andare ad Akron con un suo
amico per lavorare in una fabbrica di pneumatici, ma la matrigna convinse il
padre , il quale avrebbe preferito che il giovane Clark rimanesse nella
fattoria. Il ragazzo andò ad Arkon e vi rimase, assistendo ad uno spettacolo
teatrale ne rimase così affascinato che in seguito riuscì ad avvicinarsi al
palcoscenico, ma in maniera molto lontana, infatti fu assunto senza paga come
buttafuori e poi ottenne delle piccolissime parti nelle quali recitava una
battuta. Ormai lo spettacolo lo sentiva nel sangue e quando morì la matrigna,
rifiutò l’invito del padre a recarsi con lui in Oklaoma presso i pozzi di
petrolio. Compiuti i ventuno anni, il nonno gli regalò 300 dollari, con i quali
Clark partì per Kansas City per unirsi ad una compagnia chiamata ‘The Jewell
Players”. La vita gli si prospettava tutta in salita, ma le donne che conobbe lo
aiutarono molto a diventare un attore. Conobbe una giovane aspirante attrice
Franz Dorfler, che lo aiutò quando la sua compagnia fallì in Oregon, la donna lo
portò a casa sua e lo presentò ai genitori. Rimase per molto tempo a Portland,
fece vari lavori anche presso un giornale, in una società telefonica, fin quando
non ebbe una scrittura in un gruppo teatrale diretto dall’attrice e regista
Josephine Dillon. Anche questa donna capì il talento di Clark così lo aiutò
nella tecnica della recitazione e insieme andarono ad Hollywood dove intanto si
sposarono (lei aveva dodici anni più di lui) il 13 dicembre 1924. Fu Josephine
ad insegnargli il portamento sulla scena, Gable era pesante, goffo, non si
sapeva muovere con destrezza, fino a farlo diventare un uomo elegante,
disinvolto e capace di dominare la scena su tutti. Poi lo portò dal dentista per
mettergli apposto i denti, sfruttando le sue fossette nelle guance, per
migliorargli il sorriso, lo convinse a lasciare da parte il primo nome William e
a sfruttare, anche perché suonava meglio Clark Gable. La moglie non lo lasciava
un momento era lei ad occuparsi anche della parte cinematografica, fu lei a
procurargli le prime parti nei film, dapprima come comparsa, poi ottenne il
riconoscimento come primo film da vero attore in “White Man” (1924) e una
particina in “The Plastic Age” accanto a Clara Bow.
Nonostante già apparisse sia sul palco che al cinema come un uomo di classe,
egli comprendeva che sul piano recitativo ancora non era completo così torno al
teatro. Fece una parte con Lionel Barrymore in “The Copperhead”, subito dopo si
separò dalla moglie e si affidò a nuove donne di teatro capaci di stimolarlo sul
piano lavorativo-recitativo. Una nuova “protettrice” fu Jane Cowl che lo assunse
come alabardiere in un adattamento di “Romeo e Giulietta”, poi fu la volta di
Pauline Frederick che gli diede la parte del pubblico ministero in una nuova
versione di “Madame X” e di un proprietario di un night-club in “Lucky Sam
McCarven”. Naturalmente Gable usciva con la Frederick, la quale a sua volta lo
portava dal dentista per continui aggiustamenti ai denti e al suo sorriso, dal
sarto per renderlo sempre più elegante. Fece altre parti in teatro, ma il
debutto è segnato il 7 settembre 1928 a Broadway in “Machinal”, interpretando
l’amante del protagonista e ottenendo un forte consenso di critica e pubblico.
In tournèe in Texas incontro la miliardaria divorziata Ria Langham, la quale era
solita frequentare l’alta società di Huston, Clark gli piacque (nonostante la
donna avesse 17 anni di più) e la seguì a New York. Anche questa ebbe numerose
attenzioni tra le quali ne perfezionò la sua formazione e ne fece un uomo di
stile. Lo portò anche lei dal miglior sarto, miglior calzolaio, miglior barbiere
e lo ricoprì di mille attenzioni. Clark a sua volta si prestava, ma ne
guadagnava psicologicamente aumentando il suo talento, acquisiva sicurezza in se
stesso e più disinvoltura nel suo comportamento. La Langham vide la commedia
“The Last Mile” con Spencer Tracy e decise che quella parte doveva assolutamente
essere per Gable, si dice che si adoperò molto pur di ottenerla e alla fine il
giovane attore emergente ottenne quella parte nell’edizione che si svolgeva
nella costa occidentale. Il successo fu travolgente, lo stesso produttore Darryl
F.Zanuck lo chiamò e gli fece fare il provino per “Piccolo Cesare” (Little
Caesar) del 1930, ma pare che lo scartò per le vistose orecchie a sventola. In
compenso la piccola notorietà lo portò a essere scritturato da Minna Wallis, la
quale oltre ad essere una delle più importanti agenti di cinema, era anche la
sorella del potentissimo produttore Hal Wallis. Fece la parte di un antipatico
giovane mascalzone in un western della Pathè “The Painted Desert” 1931. In
seguito riuscì a convincere William A. Wellman ad assegnargli la parte di un
perfido autista per la Warner Bros in “Angelo bianco” (Night Nurse), 1931.
Questo film gli diede lo slancio, la sua partner fu Barbara Stanwyck e ci fu una
scena nella quale la picchiava così selvaggiamente tanto da far uscire il film
con un anno di ritardo e da lasciare il pubblico senza parole. Intanto la Wallis
si era data da fare e aveva ottenuto per Glable un favoloso contratto con la più
importante casa di produzione del tempo: la Metro-Goldwyn-Mayer.
Ora Clark si trovava in un momento particolare per il cinema, tutto era
favorevole a lui, gli attori degli anni Venti erano ormai in declino, c’era
voglia di cambiamento, il sonoro aveva fatto grandi passi e il pubblico forse
aveva bisogno di nuove facce, di una nuova generazione di attori e Gable ne fu
il primo in assoluto al quale poi tutti in quegli anni cercarono di avvicinarsi
nei modi, nello stile e nell’eleganza.
Nel 1931 la Mgm ne preparava il lancio, 12 film tra questi “La via del male”
(Dance, Fool, Dance), 1931, nel quale l’attore nella parte di un gangster
trattava in maniera violenta la bella Joan Crawford e in “Io ti amo” (A Free
Soul), 1931, schiaffeggiava violentemente Norma Shearer. Queste scene servirono
alla casa di produzione per affermare il carattere della propria star di fronte
al pubblico, che immediatamente lo identificò come un duro, spregiudicato,
capace di tenere la scena su tutto e tutti.
È il 1931, l’anno di consacrazione con l’esordio alla Mgm in “The Easiest Way”
nei panni di un operaio in una lavanderia, ottenne grande successo e fu premiato
con un altro film “The Secret Six”, un poliziesco con John Mack Brown entrambi
giornalisti che indagavano sul mondo della malavita. Il regista era George
W.Hill, il qaule stimava molto Brown per le sue doti da atleta e voleva
incentrare tutto l’opera su di lui, ma la moglie e sceneggiatrice (la più pagata
del tempo) scrisse le battute più importanti e le scene migliori a Glable, del
quale aveva intuito il magnetismo e il forte fascino. L’operazione funzionò in
pieno, la parte di Gable riuscì alla perfezione e lo rese ancora più rozzo,
duro, ma soprattutto simpatico e il pubblicò iniziò ad amarlo. Tra l’attore e la
Mgm ci fu subito intesa, all’interno della Studio fece delle amicizie importanti
come quella con l’addetto alle pubbliche relazioni Howard Strickling e il
regista Victor Fleming, con il quale passa i momenti di pausa per andare a
caccia, giocare a golf, pescare e andare in barca. In cambio di questa assoluta
fedeltà la Mgm si accollò le spese per le protesi ai denti che servirono per
modificargli definitivamente il volto e il costoso intervento alle orecchie a
sventola per togliergli questo disturbo estetico.
Dopo il divorzio da Josephine Dillon si sposò con la Langham furono effettuate
due volte le nozze prima il 30 marzo 1930 a New York e poi in California il 19
giugno del 1931 a causa di un disguido legale. È questo il momento in cui a
livello cinematografico Clark Gable ottiene il titolo di “Re di Hollywood” con i
suoi film ottenne il record d’incassi consecutivi da primo posto dal 1932 al
1943 e dal 1947 al 1949 e nel 1955. Nessuno mai ottenne un primato simile nella
storia del cinema mondiale.
La Mgm aveva l’asso nella manica per sbaragliare tutti e tutto così gli
affiancava nei film le donne più belle che aveva sotto contratto e si crearono
le coppie più famose come Gable-Joan Crawford per otto film, con Mirna Loy sette
film, con Jean Harlow sei film. Inoltre lo affiancarono Lana Turner per 4 film,
Norman Shearer e Rosalind Russell in tre film, Costance Bennett e Helen Hayes in
due film, non solo apparve anche con Greta Garbo e Jeanette MacDonald. In tutta
la sua carriera riuscì a stare accanto a tutte le dive della Metro-Goldwyn-Mayer
eccetto Marie Dressler. La fama di star la ottenne in ruoli di spessore come in
“La tragedia del Bounty” (Mutiny on the Bounty), 1935, celebre avventura
drammatica di mare, nel mondo dell’aviazione in “Suprema decisione” (Command
Decision), 1948, come avventuriero e cercatore di piste in “Il cacciatore del
Missouri” (Across the Wild Missouri), 1951. Il pubblico però lo identificava con
l’avventuriero Rhett Butler di “Via col vento” (Gone With the Wind), 1939 super
mega produzione sulla guerra di Secessione e in “Accadde una notte” (It
HappenOne Night), 1934 nei panni di Peter Warner giornalista disinvolto accanto
a Claudette Colbert in una produzione Columbia. Proprio questi ruoli oltre a
renderlo famoso gli permisero di arrivare all’Oscar, vinto proprio per
quest’ultimo film. L’attività cinematografica era sempre effervescente, mentre
quella sentimentale vedeva alcune evoluzioni, infatti nel 1939 dopo aver versato
un assegno di ben 286.000 dollari del tempo a Ria Langham divorziò, e, prima che
le riprese di “Via col vento” fossero finite, si sposò con l’attrice Carole
Lombard il 29 marzo del 1939. Dopo tre anni di convivenza comprarono un ranch a
Encino e lì vi si stabilirono; erano molto felici, ma nel 1942, durante la
seconda guerra mondiale, Carol, che era impegnata in Europa a raccogliere fondi
per l’esercito americano dopo Pearl Harborn, durante un viaggio di rientro a
Fort Wayne, l’aereo si schianto contro una montagna e morì insieme a tutti i
passeggeri. Appena Clark ebbe la notizia impazzì di dolore, la Lombard poco
prima di imbarcarsi gli aveva mandato un telegramma nel quale gli diceva di
arruolarsi nell’esercito e così fece. Interruppe per lutto la lavorazione di
“Incontro a Bataan” (Somewhere I’ll Find You), 1942, e dopo un breve periodo
ritornò sul set, finì il film e si arruolò nell’agosto del 1942. Fu assegnato
alla scuola degli allievi ufficiali di Miami in Florida e dopo, nel 1943, poco
s’imbarco per l’Europa con l’8° stormo. Appena sette mesi dopo fu premiato con
la Distinguished Flying Croos e Air Medal per “le imprese eccezionalmente
compiute nel corso di cinque missioni di bombardamento sulla Germania”. Poco
prima di essere congedato ebbe la nomina di maggiore.
Al suo ritorno sul set, la Mgm lo trovò cambiato nell’aspetto e nel carattere,
prima il lutto della moglie, poi la guerra avevano cambiato anche lo stile
recitativo e persino il suo pubblico che tanto lo amava se ne era accorto
vedendolo in “Avventura” (Adventure), 1945 con accanto Green Garson, commedia
noiosa e artificiale, ne “I trafficanti” (The Hucksters), 1947 con Deborah Kerr
e Ava Gardner un altro film piatto e banale, che non lo metteva più in
condizione di essere quel Gable che tutti lo volevano. Nel 1948 girò “La lunga
attesa” (Homecoming), ma anche questo non ebbe effetti sul rilancio dell’attore,
ma già i successivi: “Suprema decisione” (Command Decision), 1948 con un cast
tutto maschile in un ambiente di aviazione e “Fate il vostro gioco” (Any Number
Can Play), 1949, interpretando il proprietario di un casinò, ebbe un ritorno di
immagine notevole. Ormai al tramonto, solo e senza più la presenza di una donna
forte, decise di sposarsi per la quarta volta con Lady Sylvia Ashley, la vedova
di Douglas Faibanks sr.. errore fatale perché si sposarono il 21 dicembre 1949 e
si dice che già alcune settimane dopo si fosse pentito di questa scelta. Non
ebbe il coraggio di divorziare e rimase con la Ashley fino al 1951, divorziò
versandogli una ingente somma come riparazione. Sempre nel 1951 ci fu un
decisivo cambio della guardia alla Mgm fu tolto il produttore Louis B.Mayer e
prese posto Dore Schary, il quale fece finire l’epoca dei divi a vita e lo
stesso contratto di Gable che nel 1954 scadeva, non fu più rinnovato.
Gli anni Cinquanta segnarono un declino per l’attore, il regista John Ford lo
chiamò per “Mogambo” (id.), 1953, remake dello stesso regista del 1932, ma ebbe
un successo commerciale e non tanto per Gable, il quale si ritrovò a fine
contratto della Mgm a essere il più pagato a livello internazionale, a scegliere
i suoi film e a prendere una percentuale persino sugli incassi. Le opere che
seguirono non erano dei capolavori come quelli fatti sotto la
Metro-Goldwyn-Mayer, ma era certo che gli assicuravano dei guadagni
impressionanti. Così si sposò per la quinta volta con la bella Kay Spreckels,
scelta dovuto forse alla forte somiglianza con Carol Lombard e fu nuovamente
felice come un tempo.
Interpretò sul finire degli anni Cinquanta alcuni film di successo commerciale
come “Gli implacabili” (The Tall Man), 1955, nel 1957 “La banda degli nageli”
(Band of Agels), “Mare calmo” (Run Silent Run Deep), 1958, nei quali tornava la
durezza del suo personaggio, ma anche la maturità e la classe di un uomo
impeccabile.
L’ultima sua grande interpretazione e la sua rivalutazione in campo
professionale fu per opera del regista John Huston in “Gli spostati” (The
Misfist), 1961, nel quale Gable interpretava la parte di attempato cowboy che si
guadagnava da vivere catturando cavalli selvaggi e incontrava una bella
divorziata (Marilyn Monroe). L’attore si appassionò tantissimo al soggetto,
cercò di curarlo nel miglior modo possibile. Intanto le riprese si facevano
sempre più difficili a causa delle condizioni climatiche caldissime. Non accettò
mai controfigure benché un uomo della sua età ne avesse bisogno, la Monroe
ritardava la sua venuta sul set il più delle volte, ma Clark era felice in quel
periodo perché sua moglie aspettava un bambino che fu chiamato John Clark Gable,
ma che purtroppo non poté mai vederlo. Infatti due giorni dopo la fine delle
riprese il 16 novembre 1960 a cinquantanove anni morì d’infarto.
Se tra il 1957 e il 1961 se ne andarono una serie di attori degli Trenta e
Quaranta come Tyrone Power, Humphrey Bogart, Gary Cooper, Ronald Coleman, Errol
Flynn, fu Clark Gable a segnare la fine di una stagione cinematografica, di una
storia e cultura americana fatta di uomini tutti d’un pezzo, temerari, playboy,
capaci essi stessi di scrivere il loro tempo.
G.R.
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