Era una donna molto bella, quello che spiccava subito era una brillante
intelligenza e un buon gusto senza pari, ma sua recitazione all’interno delle “screwball
comedy” non hanno pari per interpretazione e presenza fisica.
Nacque in una delle famiglie più in vista di Fort Wayne in Indiana, si chiamava
Jane Peters e a scoprirla fu il regista Allan Dwan in una visita per un party a
casa di amici. La Lombard era ancora molto piccola aveva appena 12 anni, ma il
regista ne rimase così impressionato dallo sguardo che decise di farla recitare
in “Delitto perfetto” (A Perfect Crime) del 1921 e fu subito un successo. Dopo
un breve periodo sotto la Fox con diversi film muti, nel 1927 viene scelta da
Mack Sennett come ragazza di “Bellezze al bagno”. Con il comico, ormai in
declino, la ragazza riesce a sviluppare un forte senso comico e una tecnica di
recitazione, che gli permetterà di diventare in seguito la regina della “Screwball
Comedy”, genere così definito perché fondeva il film brillante mescolato alla
vivacità, humour e follia dei personaggi tanto da divenire il contrapposto alla
commedia sofisticata.
Carole Lombard era una donna vivacissima, ma allo stesso tempo aveva un forte
autocontrollo che gli permetteva di dosare questa sua vitalità dirompente senza
uscire mai nel dai suoi personaggi che interpretava né dalla sua personalità che
emergeva nel quotidiano.
Quando interpretò “Nessun uomo le appartiene” (No Man of Her Own) nel 1932, il
suo personaggio prevedeva un’interpretazione sdolcinata e romantica, ma lei si
oppose tenacemente dando un tocco diverso, più vivace, più ironico, ma anche più
sensuale. La Lombard interpretava una bibliotecaria di una cittadina di
provincia e un giorno arriva un giocatore d’azzardo (Clark Gable) finito sul
lastrico, tra i due nasce subito l’amore, ma in chiave umoristica e alla fine si
sposeranno. Questo film è l’unico nel quale i due protagonisti Lombard-Gable,
che nella realtà si sposarono nel 1939, abbiano recitato insieme. La loro
unione, lei era alle seconde nozze, fu accolta benissimo a Hollywood e fu presa
in grande simpatia dal pubblico.
Recitò sotto la direzione di Howard Hawks “Ventesimo secolo” (Twentieth Century)
nel 1934, ma non fu positiva questa esperienza, poiché il regista aveva un modo
‘molto maschile’ di dirigere e far recitare le donne ciò non era proprio la sua
prima aspettativa; comunque il film andò abbastanza bene. Nel 1935, invece, fu
la volta del regista Mitchell Leisen, uomo esperitissimo nel dirigere donne e
dal glamour eccezionale, paragonabile solo a Ernst Lubitsh. Così in “Milioni di
manicure” (Hands Across the Table) Leisen la mise subito a proprio agio e le
confezionò un ruolo su misura che la rese popolarissima e conosciutissima a
Hollywood. Il regista seppe trovare le giusti dosi nel mescolare commedia
romantica a quella leggera ottenendo un risultato che al pubblico piacque
moltissimo.
La Lombard nei panni di una manicure viene corteggiata da un milionario zoppo
(Ralph Bellamy), ma finisce per innamorarsi di un giovanotto senza soldi
interpretato da Fred MacMurray, il quale le permise di recitare in maniera
brillante e incisiva.
Mai un’attrice di Hollywood avrebbe ricevuto un appellativo come quello che gli
fu attribuito di ‘attrice brechtiana’ ovvero capace di interpretare ogni
personaggio con distacco e dignità senza pari. Lo stesso Brecht ne avrebbe
ammirato la recitazione della donna così sobria, brillante e psicologica.
Non si mostrava mai sempre troppo carina, gli bastava essere attraente senza
sforzarsi troppo, come la si vedrà in “L’impareggiabile Godfrey” (My Man Godfrey)
del 1936, con cui faceva coppia William Powell, suo primo marito fino al 1933.
La sua interpretazione fu molto apprezzata per la brillantezza; figlia
capricciosa di un ricco affarista in crisi, decide di assumere come cameriere un
barbone della strada, il quale le farà capire i veri valori della vita.
Anche nella commedia “Nulla sul serio” Nothing Sacred del 1937, mostrò fascino e
umorismo benché sia colpita da radiazioni e destinata a morire non infondendo
nulla di patetico. Le scene con il protagonista Cherles Winninger, nel ruolo del
medico interessato più ai lati economici che alla salute della moglie, erano un
grande esempio di commedia nera. A questo punto riuscì anche nella scena di
donna ubriaca, solitamente era rappresentata in maniera poco divertente ed
elegante, qui in perfetto contrario, grazie sempre alla sua simpatia e alla sua
classe di attrice professionista. In quest’opera si trovò di fronte un clima
molto difficile, il regista William Wellman aveva una regia nevrotica e Fredric
March era molto teatrale nella recitazione.
“Vogliamo vivere” (To Be or Not to Be) del 1942, di Ernst Lubitsch, è la storia
di una compagnia teatrale che si ritrovava a recitare nella Polonia nazista, la
Lombard, al suo ultimo film, mostrò come un’attrice deve interpretare l’attrice
sul set, mostrandosi sempre con cuore duro, bellezza esasperante e mancanza di
sentimenti. Così evidenziava bellezza e potenza distruttiva, sempre affiancata
da partner maschili come Jack Benny e John Barrymore la cui prepotenza
maschilista era di contrasto.
Quest’ultimo film ne chiude la carriera in maniera gloriosa, aveva mostrato a
tutto il mondo che cos’era il nazismo e aveva fatto della Lombard un’attrice di
grande talento, la sua performance era fondata sulla gestualità raffinata ed
espressiva, appresa nel periodo muto, e sulla dizione rapida e dai toni ironici.
Sul finire del 1941, l'America entra nella Seconda Guerra Mondiale, e Carole
Lombard decide di dare una mano alle attività americane, così si recò nello
stato dell'Indiana, dove era nata, per vendere obbligazioni di guerra. Al
ritorno di questa missione, era quanto mai desiderosa di tornare da suo marito,
Clark Gable. E per affrettare i tempi decise di imbarcarsi su di un aereo, che
si schiantò sulla Table Mountain, vicino a Las Vegas. All’epoca Carole Lombard
aveva solo trentatré anni.
Con la sua improvvisa morte Hollywood rimase a lutto per molto tempo, suo marito
e tutto il suo pubblico si strinse nel dolore e pianse a lungo, perchè tutti
sapevano di aver perso non solo Carole Lombard, ma quel sorriso che nascondeva un
grande coraggio e soprattutto una qualità tanto rara nel cinema quanto nella
vita: aveva una grandissima classe.
G.R.
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