Di tutte le attrici forse è la più grande, non solo per quantità di nomination e
Oscar vinti, ma per spirito da eroina nel quale si immerse in ogni sua
impareggiabile interpretazione.
Nata a Hartford (Connecticut), il 12 maggio 1907, da padre di origine inglese e
di professione urologo e accanito sostenitore dell'informazione preventiva sulla
malattie veneree, al tempo argomento tabù, e da madre sostenitrice della
contraccezione e fondatrice della maternità responsabile e pianificata, la
piccola Katharine visse in un ambiento privo di censure nel quale si parlava
liberamente di polita, sesso e società.
Sin da bambina fu avviata a praticare numerosi sport tra cui, nuoto,
equitazione, golf, tennis, pattinaggio artistico, ma di tutti questi sport
prevaleva il nuoto tanto da tuffarsi nel mare che aveva di fronte casa anche in
tempi gelidi, pratica che perseguì fino a veneranda età. Sembra da piccola subì
un forte trauma: trovò suo fratello Tom impiccato ad una corda che pendeva da
una zattera, per molti si trattò di suicidio, ma la famiglia ritenne questo
episodio iniziato forse come un gioco e finito tragicamente. Ma da quel giorno
Katharine cadde in depressione e per parecchio tempio usò la data di nascita del
fratello per indicare la sua e non frequentò più ragazzi della sua età.
Sì sposò nel 1928 con un uomo d'affari, Ludlow Odgen Smith, ma divorziò nel
1934, sempre nel 1928 esordì a Broadway, nella commedia teatrale "Night
Hostess", a seguire fu chiama all'improvviso a sostituire l'attrice protagonista
in "The Big Pound" in scena al Great Neck di New York, ma non essendo
convincente fu licenziata e destinata a ruoli minori. Anche in "Art and
Mrs.Bottle" non ottenne grande successo, ma nel 1932 nella parte di Antiope in
"The Warrior's Husband" diede prova delle sue capacità recitative, ebbe il
successo che aspettava da tempo e fu la svolta per Hollywood.
Subito la RKO la contattò, gli fece fare un provino che ebbe esiti positivi e fu
ingaggiata con stupore di tutti come protagonista del film di Geoge Cukor
"Febbre di vivere" (Boadway Bill), 1932. Questo film ebbe un buon successo
commerciale, così nel 1933 si andò a guadagnare il suo primo Oscar per il film
"Gloria del mattino" (Morning Glory) di Lowell Sherman e con "La falena
d'argento" (Christopher Strong) l'attrice diede una valida riuscità del suo
carattere indipendente e dalla personalità vivace. La carriera si spalanca a
nuovi orizzonti, i produttori comprendono che la Hepburn è una donna forte e
deve interpretare ruoli di donne eroine, coraggiose capaci anche di cambiare il
corso della vita. Ancora il regista Cukor, che divenne suo amico personale, la
diresse nel 1936 ne "il diavolo è femmina" (Silvia Scarlett), ma ebbe un
insuccesso, sempre in quell'anno John Ford gli riservò il ruolo da protagonista
in "Maria di Scozia" (Mary of Scotland), ma anche questo non portò i frutti
sperati. Così seguirono altri insuccessi al botteghino come "Una donna si
ribella" (A Woman Rebels) 1936 e nel 1937 "Dolce inganno" (Qualità Street), che
portano l'attrice e il suo produttore di fiducia Pandoro S.Barman a una profonda
riflessione se continuare a investire senza ritorni economici. Nel 1937 il
successo arriva inaspettato con "Palcoscenico" (Stage Door) e grande accoglienza
di critica ci fu con "Susanna (Burning Up Baby) del 1938 tanto che il presidente
dell'Indipendent Theatre Owners of America la etichettò con il titolo di "veleno
del botteghino". La Hepburn decise che era arrivato il momento di cambiare rotta
e stracciò il contratto che aveva con RKO.
Ma il successo di "Susanna" decreto l'attrice come una star, ma soprattutto mise
in luce una sua indipendenza, incapacità di sottostare a certi cliché che gli
veniva imposti, aveva bisogno di ruoli brillanti, che la esaltavano e il primo
film del 1940 fu "Scandalo a Filadelfia" (The Filadelphia Story) sotto contratto
della più prestigiosa casa di produzione del tempo la Metro-Goldwyn-Mayer, che
giustamente l'affiancò a due icone del tempo Cary Grant e James Stewart, un trio
formidabile che riportò un enorme successo di pubblico e critica.
Dopo due anni nel 1942 viene chiamata per il film "La donna del giorno" (Woman
of the Year) è qui che la sua vita cambia, non solo per il risultato raggiunto
nello stile recitativo, ma nell'incontro che la legherà per sempre con l'attore
Spencer Tracy, diventando la compagna di lavoro sui set e di vita privata. I due
attori all'epoca i migliori in circolazione e entrambi sotto stretto contratto
della Mgm, iniziarono una serie di film (in totale 9) come nel 1942 "Prigioniera
di un segreto" (Keeper of the Flame), film a sfondo a sfondo politico, 1946 con
"Il mare d'era" (The Sea of Grass), "Lo Stato dell'Unione" (Song of Love) del
1948, grande il successo nel 1949 per "La costola di Adamo" (Adam's Rib) e nel
1952 con "Lui e lei" (Pat and Mike) entrambi i film incentrati sulla parità dei
sessi, come del resto l'interpretazione con Bogart nel 1951 in "La regina
d'Africa" (The Africa Queen).
La Hepburn pare incarnare in quel periodo la donna che si vuole emancipare, che
vuol tenere testa all'uomo in ogni momento della vita e del lavoro, ma sempre
tenendo un reciproco rispetto tra i sessi, questo piace al pubblico e vede in
lei uno status di libertà femminile che nel passato mai nessuna attrice avrebbe
osato mostrare ai propri spettatori.
I registi che dirigono questi film sia Cukor, Capra, Huston, e tanti altri
mostrano ora più che mai di aver capito chi era Katharine Hepburn, di poterla
raffigurare come nella vita così anche nei propri film, sfruttando la coppia. Ma
non solo il duo Hepburn-Tracy funziona, l'attrice sa lavorare anche da sola o
con altri partner alla stessa maniera come nel 1955 con Rossano Brazzi in "Tempo
d'estate" (Summer Madness), grande interpretazione della zietella Lizze affianco
a Burt Lancaster in "Il mago della pioggia" (The Rainmaker). Meno convincente fu
il remake di "Ninotchka" di Lubitsch in "La sottana di ferro" (The Iron
Petticoat) nel 1956, meglio andò con "La segretaria quasi privata" (Desk Set)
del 1957 nuovamente in coppia con Spencer Tracy. Nel 1959 viene scritturata per
uno dei ruoli più difficili della sua carriera "Improvvisamente l'estate scorsa"
(Suddley, Last Summer), tratto dal dramma teatrale di Tennesse Williams, parte
che la vedeva nei panni di una vedova ricca che tenta di nascondere la
misteriosa morte del figlio omosessuale. Accanto a lei in quest'opera due star
emergenti Liz Taylor e Montgomery Clift, in un triangolo a spirale per le'poca
difficilissimo da portare sullo schermo, ma che ebbe un fascino e un successo
particolari. A seguire a distanzi di alcuni anni nel 1962 interpreta "Lungo
viaggio verso la notte" (Long Day's Journey Into Night), una madre drogata alle
prese con la propria famiglia e la sua triste storia. Da qui in poi l'attrice
Hepburn si ferma, non recita più, ora ha qualcosa di più importante da fare come
donna nella propria vita privata, stare accanto a Spencer Tracy ormai gravemente
malato.
Il 1967 fu l'anno del ritorno sul set e il destino volle proprio accanto a
Spencer Tracy, qui alla sua ultima grandissima prova prima di morire. "Indovina
chi viene a cena?" (Guess Who's Coming to Dinner?) di Stanley Kramer portò
all'Oscar nuovamente la Hepburn, l'attrice s'impose nuovamente col suo carattere
autoritario e liberale in una storia che denunciava l'intolleranza razziale. Una
trama commovente che piacque tantissimo al pubblico, commosse ogni spettatore e
incorono per sempre la coppia Tracy-Hepburn nel firmamento di Hollywood. Il
terzo Oscar arrivò quasi inaspettato, l'attrice viveva un momento di tristezza
vista la morte del compagno di lavoro e di vita, ma ne "Il leone d'inverno" (The
Lion in Winter), 1968, film storico con Peter O'Toole, seppe lavorare molto bene
il personaggio di Eleonora d'Aquitania, tanto da esserne poi giustamente
premiata con l'ambita statuetta.
Gli anni Settanta si presentarono ormai come un momento di stasi, il cinema dal
quale proveniva, sfolgorante e ricco di personaggi, non c'erano quasi più le
produzioni ,cambiarono modo di lavoro e così si dedicò anche al teatro. Un
lavoro televisivo (proiettato poi nei cinema) nel 1975 a fianco di Laurence
Olivier in "Amore tra le rovine" (Love Among the Ruins) la fece tornare alla
ribalta grazie anche ad una storia originale di due amanti che si ritrovarono
dopo anni di separazione. Il regista Cukor mise in scena i rapporti tra i due
sessi e le gioie che due persone non più giovani posso provare nell'amore.
Sempre nel 1975 la ritroviamo accanto a John Wayne in "Torna El Grinta" (Rooster
Cogburn), un film divertente, nel quale l'attrice nei panni di una missionaria
quacchera riusciva a ingentilire un rude cowboy. La Hepburn si ritrovò accanto
ad un'altra icona questa volta del genere western e diede modo di dimostrare
che, anche se sulla scia del tramonto, poteva essere ancora una grande artista.
Per la televisione e sempre con lo stesso regista Gorge Cukor,la Hepburn
interpretò "Il grano è verde" (The Corn Is Green), 1978, ma quest'opera non ebbe
granchè successo.
Alcuni anni di silenzio, e nel 1981 "Sul lago dorato" (On Golden Pond), film con
una sceneggiatura perfetta, una fotografia tra le più belle di sempre e accanto
ad un'altra star di prima grandezza Henry Fonda, permisero a una, non più
giovane, Katharine Hepburn, di indossare i panni di una donna orami giunta alle
nozze d'oro, che deve vedersela con un marito orami stanco e una figlia e
nipotino troppo ribelli. La conclusione della carriera della Hepburn coincide
con questo film, che la portò diretta a suo quarto Oscar della carriera, mai
nessuna donna riuscì e forse riuscirà in un impresa che solo lei poteva fare
poiché aveva una cosa che solo pochi hanno: il coraggio. Seppe affrontare i
decenni sapendoli interpretare, dimostrando a sé stessa e al proprio pubblico
che se si vive, vale la pena vivere fino in fondo e i premi numerosi
testimoniano che quell'atto di coraggio di donna liberale sono stati apprezzati
in ogni parte del mondo.
Quando morì il 29 giugno del 2003, se ne andò un'artista dal fascino unico e per
una notte persino Broadway, che non conosce sosta, spese le proprie luci in
segno di rispetto per l'intensità di una carriera senza precedenti.
G.R.
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