Paladino del cinema romantico, è stato il più bello tra i belli, ma questa sua caratteristica l'ha decisamente pagata nella sua carriera cinematografica non permettendogli alla fine di dimostrare che oltre la bellezza c'era un vero professionista del cinema.
Il suo vero nome era Spangler Arlington Brough, da piccolo non pensava affatto al grande schermo, ma amava suonare e per questo studio al conservatorio, poi il padre, che era medico, voleva farne grande un medico e permettere così di riuscire a guaire la madre che da anni era paralizzata. Alla fine decise di abbandonare gli studi e tentare qualche provino per il cinema. Gli andorono tutti male, perchè ritenuto non all'altezza, persino Samuel Goldwyn nel 1933, vedendoselo davanti, decise di non prenderlo perchè lo riteneva troppo gracile. Nel 1934 viene invece scelto da Louis B.Mayer, che con occhio più attento aveva capito che il ragazzo aveva stoffa per quel mestiere. Così lo scritturò come caratterista per film di basso costo, ma nascerà tra i due un forte legame che durerà per 17 anni. Infatti Robert Taylor sarà l'unico attore al mondo a finire sotto contratto per un unico e solo Studios (la Metro-Goldwyn-Mayer) per ben 26 anni consecutivi. La sua paga, che non varierà mai per tutta la durata del contratto, era di 35 dollari a settimana e 36 mila dollari a film.)
La strada sembra in salita, ma Robert è uno che davanti la macchina da presa mostra la sua dote migliore: il volto, perfetto, occhi chiari, capelli scuri, e lineamenti assolutamente classici, impeccabile e ciò gli consente di rimanere dal 1936 al 1938 nei primi 5 posti come attore più apprezzato al box-office. A 26 anni diventa una stella nel film "Margherita Gautier" (Camille) 1938, con accanto Greta Garbo. Le sue prime parti sono secondarie, ma incisive, sa recitare intensamente e riesce a cambiare registro con facilità, i produttori e i registi lo osservano e capiscono immeditamente che è lui il protagonista dei prossimi film degli anni Quaranta e Cinquanta.
In breve tempo diventa l'eroe delle donne, ma con la caratteristica dell'uomo bellissimo si incastra in una icona che lo rende famoso non per le sue doti di attoore, ma per la sua bellezza come del resto capitò a Alan Ladd, Errol Flynn e Tyrone Power. Nel 1939 si sposò con l'attrice Barbara Stanwyck, dalla quale divorzierà nel 1951.
"Il ponte di Waterloo" (Waterloo Bridge) del 1940 segna il suo debutto come vero protagonista, e iniziano una serie di successi commerciali come "Terra selvaggia" (Billy the Kid) del 1941, "Sorvegliato speciale" (Johnny Eager) del 1942, "Bataan" del 1943, ma è l'inizio della guerra e viene chiamato fino al 1946 come istruttore presso la Naval Air Corps con il grado di tenente.
Alla fine del conflitto torna alla grande sulla scena nel 1949 con "L'imboscata" (Ambush), "Corruzione" (The Bribe), "Alto tradimento" (Conspirator), "Il passo del diavolo" (Devil's Doorway) del 1950 e infine nel 1951 la consacrazione con il kolossal "Quo Vadis". Successo eclatante che lo fa diventare star di Hollywood e, nel 1953 quando Clark Gable cambia casa di produzione, Robert Taylor diventa la prima star della Mgm, ma anche la meno pagata di tutti.
Nel corso degli anni continua a coltivare le sue passioni che sono le lettere classiche e la musica classica, suona sempre il violoncello, ma ama anche la caccia e la pesca che condivide con gli amici di sempre: Gary Cooper, John Wayne, Robert Stack e Ernest Hemingway.
Altri successi arrivano con il classico della letteratura "Ivanhoe" nel 1952, nel 1953 prosegue con successo con "I cavalieri della tavola rotonda" (Knights of the Round Table), il bel western "Cavalca vaquero!" (Ride, Vaquero!) del 1953, "L'arciere del re" (Quentin Durward) del 1955, "L'ultima caccia" (The Last Hunt) del 1956).
Intanto si risposa con Ursula Thiess ed ha due figli.
Piace vederlo nel genere western dove ottiene buoni risultati al box-office nel 1958 con "Lo sperone insanguinato"
(Saddle the Wind) e "Sfida nella città morta" (The Law and Jake Wade), ed anche con il gangster-movie "Il dominatore di Chicago" (Party Girl).
Nel 1958 decide di fondare una sua casa di produzione Robert taylor Production, che più che cinematografica, si occupa di serie televisive e film per la Tv con il canale americano ABC.
In politica coltiva la passione per i repubblicani ed è finaziatore e sostenitore per l'elezione elettorale di Richard Nixon ed anche nel 1966 di Ronald Reagan a governatore della California.
Negli anni Sessanta viene colpito dal cancro causatogli dall'eccessivo abuso di fumo, 3 pacchetti al giorno fin dall'adolescenza, ma che non lo rassegnarono a continuare la sua attività di attore.
Dal 1959 al 1962 ottiene grande successo per una serie televisiva dal titolo "The Detective" e a seguire anche in altri telefilm "Death Valley Days", "Hondo" e "Hot-Line" riscuote accalmazioni. Nel cinema arrivano altri, ma più piccoli successi in quegli anni con "L'ultimo treno da Vienna" (Miracle of the White Stallions) e "Il vendicatore del Texas" (Cattle King) entrambi del 1963, nel 1964 con il bel noir "Passi nella notte" (The Night Walker).
A 57 anni a causa della malattia non riesce più a lavorare e di lì a poco morirà. Al suo funerale partecipano migliaia di persone commosse, molti i politici presenti, ma anche attori e attrici. Sarà il suo amico Ronald Reagan a pronunciare l'elogio funebre per un attore che ha fatto la storia del cinema in una chiave di lettura particolare: legandosi per tutta una vita lavorativa con un sistema rigido e ferreo, ma che seppe domare e addomesticare sin da subito, costruendosi una carriera degna di un vero eroe e soprattutto facendo credere al pubblico che lo ammirava nelle platee, che alla fine ognuno di noi può essere un eroe come fu Robert Taylor.
G.R.
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