Con quel fisico così imponente, massiccio, marcato sul grande schermo, fu soprannominato “il fusto” e divenne immediatamente l’eroe immaginario dei film epici, ma fu altrettanto bravo nei vari generi che Hollywood gli offriva.
Nato a Louisville in Kentucky, fin da ragazzo ebbe la voglia di diventare attore, la sua famiglia si oppose, ma il giovane Victor fu più duro dei suoi genitori e così partì prestissimo alla volta della California. Iniziò a fare qualche comparsata nei vari teatri e verso la fine degli anni Trenta, debuttò al cinema in “La casa delle fanciulle” (The Housekeeper’s Daughter), così diventò la star del produttore Hal Roach, il quale lo fece conoscere al grande pubblico, offrendogli la parte di protagonista in “Sul sentiero dei mostri” (One Billion BC) del 1940. La 20th Century Fox capì le potenzialità del possente attore e subito gli accomodò un bel contratto e lo impiegò anche in diversi musical accanto alla sua stella del genere Betty Grable. Negli anni della seconda guerra mondiale lo si vide poco impegnato, due i film interessanti che lo videro partecipe: “I misteri di Shanghai” (The Shanghai Gesture) nel 1941 di Joseph von Sternberg, il quale asserì che quella parte doveva essere per Marlene Dietrich. L’altro fu “Situazione pericolosa” (I Wake Up Screaming), un discreto thriller, ben ambientato, in cui Mature viene accusata ingiustamente di omicidio. Fu arruolato in quel periodo nella Guardia Costiera e di ritorno il regista John Ford nel 1946 gli fece fare il balzo in avanti chiamandolo a interpretare Doc Holliday in “Sfida infernale” (My Darling Clementine) accanto a Henry Fonda, in un western meraviglioso e pieno di pathos. A seguire nel 1947 cambiò genere e tornò al thriller in “Il bacio della morte” (Kiss of Death) in un ruolo che lo vide nei panni di un personaggi antipatico al pubblico, sebbene avesse molto fascino. La Fox ebbe l’idea di contrapporlo ad un personaggio che fosse forte e cattivo tanto da far mettere in evidenza la sua figura di ‘buono’. Così si vide Mature accanto a Richard Widmark sia ne “Il bacio della morte” sia accanto a Richard Conte ne “L’urlo della città” nei panni di un poliziotto italoamericano.
Un’ottima interpretazione la diede nelle vesti del campione di football americano “Il gigante di New York” (Easy Living) del 1949, prodotto dalla RKO non ebbe il successo che meritava, così Mature tornò alle sue vecchie interpretazioni come nel 1950 “Una famiglia sottosopra” (Stella), “La venere di Chicago” (Wabash Avenue), “I’ll Get By”, nel 1954 “Agente federale X 3” (Dangerous Mission), fino al film di guerra “Brigata di fuoco” (The Glory Brigate) del 1953, ambientato per la prima volta a Hollywood sulla guerra di Corea.
I suoi film in costume divennero famosi, sotto il regista Cecil B.De Mille girò “Sansone e Dalila” (Samson and Delilah) nel 1949, film ad alto costo che ne garantivano credibilità, ma quando negli anni Sessanta i budget calarono non si poterono più fare realizzazioni faraoniche, così sia Mature che altri attori di Hollywood si trasferirono a Roma, negli studi di Cinecittà, girarono film d’azione ‘storici’ come “Annibale” del 1960 o “I tartari” del 1961, con costi bassi e incassi molto alti, dovuti proprio alla sua presenza.
Prima di partire alla volta dell’Italia Victor girò alcuni film in America come “Sabato tragico” (Violent Saturday) del 1955, un thriller avvincente, spassoso nel western dello stesso anno “L’ultima frontiera” (The Last Frontier) e la scura interpretazione per il regista Borzage in “Bambola cinese” (China Doll) del 1958.
Ebbe modo di girare qualche film anche in Inghilterra tra cui “La strada è bloccata” (The Long Haul) del 1957, finché non finì la sua carriera girando piccole parti per modesti film.
Disse una volta: “Non avevo mai nulla da ridire e accettavo sempre quello che mi proponevano”, fu infatti questa la sua filosofia che lo portò al successo specie negli anni Quaranta dove veniva acclamato per ogni sua interpretazione, lasciando impresso uno stile tutto suo di recitazione e di presenza fisica difficilmente imitabile da chiunque.
G.R.
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