Poco conosciuto, ma di rilievo per la sua attività di regista (dopo quella di attore), la quale fu svolta in maniera professionale realizzando alcune opere ormai famose con attori e attrici di fama a Hollywood.
Di famiglia ebrea, nato a Vienna in Georgia, il padre era un commerciante, Vincent si laureò alla Oglethorpe University di Atlanta e subito si dedicò alla recitazione. Amava fare l’attore, così si trasferì a New York e debuttò a teatro con John Barrymore in “Counselor at Law”. Dopo brevi apparizioni sempre teatrali, si trasferì a Hollywood e nel 1933 apparì nel film, tratto dall’omonima opera teatrale, di William Wyler “Counsellor at Law”. Nel 1938 decide che fare l’attore è troppo difficile in quel momento in cui c’è il massimo sfoggio di attori celebri, così pensò di dirigerli e firmò un contratto pluriennale con la Warner Bros. Già nel 1939 dirige Humphrey Bogart in “Il ritorno del dottor X”, film horror senza troppe ambizioni, ma che faceva capire che Sherman era capace di fare bene quel mestiere.
Il regista si fece notare anche per una sua piccola quanto grande particolarità: sapeva riscrivere in poco tempo intere sceneggiature quando queste improvvisamente non funzionavano durante le riprese, facendo di molti film dei veri campioni d’incassi. Negli anni Quaranta divenne “il regista delle donne” sapeva come farle recitare e dare il meglio come Bette Davis in “L’amica” del 1943 o “La signora Skeffington” dell’anno successivo, ma porta anche al successo Ann Sheridan in “Smarrimento” del 1947 o Joan Crawford, di cui ebbe una relazione di tre anni, in “Sola con il suo rimorso”. Nel 1948 diresse Errol Flynn, di cui divenne anche molto amico, in “Le avventure di Don Giovanni”, nel 1950 il noir “Fuoco alle spalle” e dello stesso anno “I dannati non piangono”. Nel 1952 Vincent diresse Glenn Ford e Rita Hayworth nel misterioso “Trinidad” e uno dei suoi ultimi film fu con Paul Newman nel 1959 “I segreti di Filadelfia”. Venne rivalutato in seguito come regista televisivo; fu sposato con Hedda Comorau per più di cinquant’anni, ebbe dei figli, ma ebbe anche delle relazioni da lui stesso confessate nella sua autobiografia sia con la Crawford che con Rita Hayworth. Fu negli anni Cinquanta coinvolto nella propaganda maccartista e perseguitato dalla Commissione delle attività antiamericane, che gli imposero di non lavorare per interi anni, fino al proscioglimento. Morì all’età di cent’anni, rimproverando scherzosamente di aver ricevuto dalla Warner Bros, con cui rimase a vita, compensi sempre inferiori ai suoi colleghi, ma lasciando a Hollywood il suo mestiere non solo di regista, ma anche di sceneggiatore, riscrittore
di scene, il cui suo aiuto fu fondamentale nella riuscita dei film.
G.R.
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