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Storia del doppiaggio italiano
Seguendo uno stile tutto italiano fatto di originalità si pensò ad un certo punto di prendere i film parlati americani, o anche quelli italiani qualora si fossero fatti, renderli 'sonorizzati' ovvero muti con musiche e rumori per tutta la durata del film e aggiungere le didascalie come era costume nella storia del cinema muto!
Il risultato era il seguente, si snaturava tutta la narrazione filmica (c'è molta differenza tra un muto e un sonoro) e poi la lunghezza in tempo di durata di tutta l'opera diventava alle volte doppia se non tripla.
Un film di 90 minuti poteva raggiungere con tutte le didascalie che si intervallavano anche i 160 minuti. Una follia che avrebbe allontanato per sempre il pubblico italiano dalle sale cinematografiche, ma nonostante ciò questi furono gli esiti.
Nella stagione 1930-31 furono immessi e 'sonorizzati' nelle sale di prima visione "La canzone dell'amore" di Gennaro Righelli, "Luci della città" (City Lights) di Charlie Chaplin e incredibilmente "Ben-Hur" di Fred Niblo del 1925 sonorizzato anch'esso per l'occasione e riesumato da Mussolini che lo tenne fuori dai circuiti cinematografici per lungo tempo perchè a suo parere la trama criticava troppo la romanità, ma in breve divenne campione d'incassi di quella e della successiva stagione.
Dall'America e non solo giunsero e furono trattati alla stessa stregua: "I pionieri del West" (Cimarron) di Wesley Ruggles, "Alleluja" (Hallelujah!) del 1929 di King Vidor, "Gli angeli dell'inferno" (Hell's Angels) di Lewis Milestone, "L'angelo Azzurro" (Der Blaue Engel) di Joseph Von Sternberg, "Sotto i tetti di Parigi" (Sous les Toits de Paris) del 1929 di Renè Claire, "Dirigibile" di Frank Capra e "La rivista delle nazioni" (The Show of Shows) di John Adolfi.
Bei film si direbbe, ma che tragedia andarli a vedere se queste erano le condizioni con le quali venivano imposti nelle sale.
Hollywood non ci stava a questo massacro, sapeva bene che l'Italia era la sua prima cliente d'Europa, un satellite di guadagno incredibile, non poteva lasciare azzerare gli incassi e i guadagni, così iniziò a escogitare delle idee per attirare il pubblico e convincerlo a trovare una strada che lo portasse dal muto al sonoro e anche rapidamente.
In "Anna Christie" del 1930 la diva Greta Garbo ad un certo punto recitò gridando in italiano: "Padre!, Padre!", Buster Keaton in "Chi cerca trova" (Free and easy) del 1931 recita in un buffo italiano il prologo. Esperimenti che portarono effetti immediati, incuriosivano, facevano sorridere alle volte, ma ecco che all'improvviso come una forza della natura esplode il doppiaggio, una tecnica che avrebbe cambiato il modo di vedere i film, ma soprattutto avrebbe lanciato il cinema americano in Italia in maniera definitiva.
Ma ancora breve passo in dietro nella storia. Si può immaginare negli Stati Uniti che cosa ne pensassero di questo problema, nel 1929 all'interno degli studios di William Fox ci fu un esperimento condotto da Louis Loeffer sul film "Maritati a Hollywood" (Married in Hollywood) di David Butler e Marcel Silver. Loeffer, montatore e regista, che fu in Italia e si sposò con una donna romana, era diventato padrone della nostra lingua e pensò, con l'aiuto di Augusto Galli trapiantato per esigenze familiari a Pasadena (Hollywood), di poter traslare in presa diretta parte del film parlato e cantato. Il risultato fu deludente, ma aprì una nuova strada alla nostra lingua italiana, i capi di Hollywood decisero di inventare il doppiato facendosi aiutare dai nostri emigrati che risiedevano in America.
La Mgm nel 1931 iniziò questa attività nella sua roccaforte di Culver City, il direttore fu Carlo Boeuf ( poi successivamente sarà Goffredo Alessandrini), scrittore poliglotta di vasta cultura, aveva anche sposato un'americana, i copioni furono tradotti da Giovanni Del Lungo, che era il figlio del dantista Isidoro Del Lungo. Le registrazioni sonore furono effettuate dal triestino Francesco Maran, mentre le voci principali erano quelle di Augusto Galli e di sua moglie Rosina, attrice molto famosa negli Stati Uniti, voce di Joan Crawford, Argentina Ferraù, Francesca Bragiotti, prima doppiatrice di Greta Garbo in "Mata Hari".
Il primo film della Mgm fu "Carcere" (The Big House) del 1930 di George Hill e Ward Wing, a seguire "La sivigliana"(The Singer of Seville), 1930, di Ramon Novarro e Charles J.Brabin), "Thunder Horn" del 1930, di W.S. Van Dike.I risultati ottenuti non erano certo quelli previsti, ma un passo avanti fu fatto, i doppiatori si arrangiavano come potevano, le loro cadenze si udivano perfettamente. La Fox, che fu la prima a inventare questo tipo di doppiaggio, col tempo non ne aveva realizzati più di film in italiano, ma quando si accorse che il regime fascista aveva creato dei problemi al mercato americano e vedendo che non riusciva più a vendere i propri film, decise di intraprendere anche lei questa strada.Il reparto Fox era così costituito: a capo c'era l'inventore di questo stratagemma Louis Loeffler, i dialoghi erano affidati a Alberto Valentino, il fratello del famoso Rodolfo, arrivato dopo la morte di quest'ultimo per sostituirlo cinematograficamente, il direttore dei doppiaggi fu Fran Puglia, allora grande caratterista di Hollywood, il primo doppiatore della Fox fu Franco Corsaro. Primo film della Fox doppiato in italiano fu "Tu che mi accusi" (Common Clay), 1930, di Victor Fleming, con Franco Corsaro parteciparono Luisa Caselotti, Agostino Borgato, Guido Trento. La Paramount che assistette a questa trasformazione decise che non era bene doppiare a Hollywood i propri film, ma di andare in Francia a Joinville. Decisione ottima, perchè sfruttò solo attori italiani che avevano lavorato solo in Italia. Alla struttura di organizzazione fu commissionato il barone Siant-Just, direttore delle edizioni italiane per decenni fu Pier Luigi Melani. Il primo film in uscita fu "Il Dottor Jekyll" (Dr.Jekyll and Mr.Hyde), 1930, di Rouben Mamoulian con Fredric March doppiato da Olinto Cristina, a seguire "Il segno della Croce" (The Sign of the Cross), 1932, di Cecil B. De Mille sempre con protagonista March doppiato da Franco Schirato.
La storia del doppiaggio è legata di più ad avvenimenti storici e impulsi di incassi che non tornavano, così ci si accorse ben presto che i doppiatori benchè bravi avevano accenti troppo regionali, atri troppo italo-americani, così finalmente dopo un travaglio di anni nell'estate del 1932 si decise di doppiare i film in italiano in Italia, persino a Joinville la Paramount fu costretta a desistere di venire a Roma in quanto si aggiunse una legge fascista o "Regio decreto" che disponeva: qualora un film straniero fosse stato doppiato all'esterno del Regno d'Italia questi non poteva essere proiettato nelle nostre sale!
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