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AURORA

(Sunrise: A Song of Two Humans)




Regia: F.W.Murnau
Cast: George O'Brien ... The Man
Janet Gaynor ... The Wife
Margaret Livingston ... The Woman From the City
Bodil Rosing ... The Maid
J. Farrell MacDonald ... The Photographer
Ralph Sipperly ... The Barber
Jane Winton ... The Manicure Girl
Arthur Housman ... The Obtrusive Gentleman
Eddie Boland ... The Obliging Gentleman
Sceneggiatura: Carl Mayer dal romanzo di Hermann Sudermann
Fotografia: Charles Rosher, Karl Struss
Montaggio: Katharine Hilliker, H. H. Caldwell
Scenografia: Rochus Gliese
Costumi: Charlie Dudley
Musiche: Hugo Riesenfeld
Produttore: F. W. Murnau per la 20th Century Fox
Anno: 1927 Nazionalità: USA b/n 97 min.
2 Oscar: miglior attrice (Gynor), fotografia
1 Oscar speciale: miglior “qualità artistica di produzione”
1 Nomination: miglior scenografia




Un uomo (O’Brien) tenta di uccidere la Moglie (Gaynor) annegandola, perché è innamorato della Donna di Città. I due si riconciliano andando proprio nella città, ma al ritorno nella barca, un forte temporale metterà in pericolo la moglie, finché non giungerà di nuovo il bel tempo con l’aurora.

Primo film americano di Murnau, volutamente artistico, nel quale contano molto i problemi artistici della luce e dello spazio, ma è anche un vero e proprio esempio di come si potesse trasmettere sensazioni attraverso l’uso perfetto della ripresa. Nonostante ciò il film fu un vero fiasco ai botteghini, tanto da rendere poco credibile la presenza del regista alla Fox; l’opera non ebbe presa sul pubblico, perché troppo europeo (anche chi ha lavorato, non per caso, era tedesco), ricorda, infatti, più pellicole girate negli stabilimenti della UFA che quelle girate a Hollywood. Comunque Murnau usufruì di scene proiettate sullo sfondo, tecniche cinematografiche che a Hollywood erano considerate un ripiego, perché l’immagine diventa bidimensionale, ma dell’uso che ne fece, il regista ebbe successo, dando origine a scene stilizzate o molto movimentate. Indimenticabile la scena con il piano sequenza, dell’incontro nella palude tra l’uomo e la donna di città. Uscì nelle sale il 23 settembre 1927.



























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