Cecile (Seberg) trascorre la sua vita a Parigi con il padre Raymond (Niven) tra feste e divertimenti, ma questa esistenza non riesce a cancellare un fondo di diffusa tristezza: l’anno prima, infatti, Cecine era stata la causa involontaria della morte di Anne Larson (Kerr), la donna che avrebbe potuto sposare Raymond.

Dal romanzo di Sagan, che non apprezzò molto lo smontaggio cronologico del film con i suoi continui rimandi tra passato (filmato a colori) e presente (in bianco e nero), il film racconta la perdita dell’innocenza (caparbiamente contrastata, fino al tentativo di fermare il tempo con un rapporto pieno di valenze edipiche) e i rapporti che possono unire e dividere le persone. Affascinati le inquadrature del volto di Jean Seberg (fino all’ultima riflessa tra le lacrime) incorniciate da sfondi di diversi colori, spie dell’influenza della pittura astratta del regista. Piccola parte per Juliette Greco. I titoli di testa sono disegnati da Saul Bass. Uscì nelle sale il 3 aprile 1958.