Charlot (Chaplin), in fuga, si ritrova sulla pista di un circo e viene scambiato per un clown. Subito viene assunto come un’inserviente, ma presto né diventa una delle attrazioni comiche più richieste. Ma la ripetizione del numero, persa la spontaneità, non ha più successo. Anche il tentativo di equilibrista fallisce a causa di alcune scimmie dispettose; e la cavallerizza (Kennedy), di cui Charlot è innamorato, sposa un altro.

Un capolavoro del cinema tra dramma e sentimento, dopo lo scandalo del suo divorzio con Lita Gray, Chaplin si mette alla berlina: costantemente schernito dal pubblico in ogni suo buon proposito. La coreografia delle gag e il ritmo delle sequenze comiche forse non sono mai stati così perfetti e le annotazioni sulle vanità del mondo dello spettacolo sono in realtà molto pungenti. L’esigenza di non sfilacciare il racconto spinse Chaplin a sacrificare sequenze per altro assai divertenti recuperate in “Chaplin Unknowm” di Kevin Bronlow e David Gill. Nel 1969 Chaplin scrisse le musiche per una riedizione. Uscì nelle sale il 6 gennaio 1928 e 900.000 dollari.