|
CORTE MARZIALE
(The Court-Martial of Billy Mitchell)
Regia: Otto Preminger
Cast: Gary Cooper ... Col. Billy Mitchell
Charles Bickford ... Gen. Jimmy Guthrie
Ralph Bellamy ... Congressman Frank R. Reid
Rod Steiger ... Maj. Allan Guillion
Elizabeth Montgomery ... Margaret Lansdowne
Fred Clark ... Col. Moreland
James Daly ... Lt. Col. Herbert White
Jack Lord ... Lt. Cmdr. Zachary 'Zack' Lansdowne
Peter Graves ... Capt. Bob Elliott
Darren McGavin ... Capt. Russ Peters
Robert F. Simon ... Adm. Gage
Charles Dingle ... Sen. Fullerton
Dayton Lummis ... General Douglas MacArthur
Tom McKee ... Capt. Eddie Rickenbacker
Stephen Roberts ... Major Carl Spaatz
Herbert Heyes ... General John J. Pershing
Robert Brubaker ... Major H.H. Arnold
Phil Arnold ... Fiorello La Guardia
Ian Wolfe ... President Calvin Coolidge
Will Wright ... Admiral William S. Sims
|
|
Sceneggiatura: Milton Sperling, Emmett Lavery, (non accred. Dalton Trumbo, Albert Maltz, Ben Hecht) da una storia di Sperling e Lavery
Fotografia: Sam Leavitt (Warnercolor, CinemaScope)
Montaggio: Folmar Blangsted
Scenografia: Malcom Bert, William L. Kuehl
Costumi: Howard Shoup
Trucco: Gordon Bau
Musiche: Dimitri Tiomkin
Produttore: Milton Sperling per la Warner Bros
Anno: 1955 Nazionalità: USA colore 100 min.
1 Nomination: miglior storia e sceneggiatura
Il generale dell’aviazione americana Billy Mitchell (Cooper), sempre ligio ai suoi doveri, tenta di denunciare l’incapacità dei suoi superiori su importanti decisioni militari. Per questo motivo, la sua carriera verrà troncata e pagherà con il deferimento alla corte marziale.
È senz’altro una vera e propria denuncia contro una delle più importanti istituzioni americane: l’esercito. Preminger sceglie di narrare la vera storia di Billy Mitchell, un uomo che fece del proprio mestiere una scelta di vita, costandogli cara, analizzando i rapporti con i superiori, i comportamenti scorretti, e in fine la corte marziale. Sceneggiatura di Sperling e Lavery, e anche di Ben Hecht, Trumbo e Maltz, questi ultimi due allora entrambi iscritti sulla lista nera, di cui se ne sentono i richiami alla loro vite reali, ma è un richiamo alla fedeltà verso l’esercito nonostante questo stia andando contro le regole e la morale, così alla fine, nonostante la pesante umiliazione Billy, convinto di sé, dice: “L’esercito non mi deve niente, io devo tutto all’esercito”. Ottima l’interpretazione psicologica di Cooper, ma anche i ruoli di contorno tra cui l’accusatore, il maggiore Allan Guillon (Steiger). Uscì nelle sale il 22 dicembre 1955.
|
|