Cresciuto alla corte del Faraone, Mosé (Heston) scopre di essere ebreo e di essere stato destinato da Javhé a ricondurre il suo popolo nella terra promessa: la maledizione delle sette piaghe costringerà il faraone Ramsete (Brynner) a lasciar partire i suoi schiavi ebrei, che attraverso il mar Rosso arriveranno al Sinai, dove Mosé riceverà le tavole della legge.

Basato sul “Libro dell’Esodo”, sul “Corano”, sulle cronache di Flavio Giuseppe, di Eusebio e dal romanzo “Prince of Egypt” di Dorothy C. Wilson, è l’ultimo film di De Mille, scritto in tre anni e preparato in due, il film utilizzò 20.000 comparse e 15.000 animali (la scena dell’esodo con la partenza degli ebrei è la più popolata di tutti i film), fu girato nel deserto egiziano e sbalordì il mondo con il trucco (tuttora segreto) della separazione delle acque del mar Rosso curato da John P. Fulton, capo reparto effetti speciali della Universal. Non ebbe difficoltà De Mille a organizzare le comparse, infatti le dirigeva dall’altro di una piattaforma con un megafono e se si trattava di migliaia di comparse come in questo caso usò degli aiuto-registi sparsi sul set, ai quali comunicava tutto attraverso un radiotelefono. Nella parte di Mosè Charlton Heston è magnifico e fu proprio questo successo a fare di lui l’interprete ideale di kolossal storici. La storia vera e propria è preceduta da un prologo di 2 minuti dove De Mille in persona presenta la sua opera davanti a un sipario chiuso. Restano comunque gli effetti speciali un esempio unico di potenza, forza e impatto visivo che mai in passato era stato offerto al pubblico e che in futuro sarà mai più visibile in questa qualità. Il film costò la bellezza di 13.500.000 milioni, una cifra incredibile per l’epoca, ne incassò, solo negli Stati Uniti, nel 1956 43.000.000 dollari, ma già aveva incassato, alla fine del 1959, sempre e solo negli Usa, 83 milioni di dollari ed era stato visto da più di 98 milioni di persone. Uscì nelle sale il 5 ottobre 1956.