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JOHNNY GUITAR
(Johnny Guitar)
Regia: Nicholas Ray
Cast: Joan Crawford ... Vienna
Sterling Hayden ... Johnny 'Guitar' Logan
Mercedes McCambridge ... Emma Small
Scott Brady ... Dancin' Kid
Ward Bond ... John McIvers
Ben Cooper ... Turkey Ralston
Ernest Borgnine ... Bart Lonergan
John Carradine ... Old Tom
Royal Dano ... Corey
Frank Ferguson ... Marshal Williams
Paul Fix ... Eddie
Rhys Williams ... Mr. Andrews
Ian MacDonald ... Pete
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Sceneggiatura: Philip Yordan dal romanzo di Roy Chanslor
Fotografia: Harry Stradling (Trucolor)
Montaggio: Richard L. Van Enger
Scenografia: James Sullivan
Costumi: Sheila O'Brien
Trucco: Peggy Gray
Musiche: Victor Young
Produttore: Herbert M. Yates per la Republic Pictures
Anno: 1954 Nazionalità: USA colore 110 min.
Odiata per la sua bellezza e accusata ingiustamente di aver collaborato a una rapina, Vienna (Crawford), la proprietaria di un saloon, viene condannata all'impiccagione da una folla guidata dalla sua più acerrima nemica, Emma (McCambridge): salvata all'ultimo momento da Johnny Logan, detto Johnny Guitar (Hayden), un pistolero che in passato aveva avuto una relazione con lei. Vienna riuscirà ad andarsene libera solo dopo aver affrontato in duello Emma.
Un western intellettuale e complesso, torpido e cupo come una tragedia greca (eccellente la sceneggiatura di Yordan), segnato in profondità dall'interpretazione di tutti i protagonisti e straziante nel suo disperato romanticismo (dove è possibile vedere un accenno autobiografico al legame che qualche anno prima aveva unito Ray alla Crowford). Così il tema della tolleranza, che permette di leggere nel film un violento attacco al maccartismo e al puritanesimo repressivo allora vincente, si unisce all'esaltazione, barocca e fiammeggiante, dell'amore tra "due vinti, che credono nei propri sentimenti e che, resi più forti dalle sofferenze e dalle dure prove, vi cercano una ragione di essere e di vivere". Notevolissimo il lavoro sul colore da parte del direttore della fotografia Stradling, ma anche del regista, che per aggirare i limiti del sistema trucolor (che rendeva male il blu) accentuò un cromatismo in bianco (come certi indimenticabili abiti di Vienna) e nero (come la notte, spesso rotta dalle fiamme). Nonostante la povertà della produzione (Republic), "Johnny Guitar" è una delle rielaborazioni più conturbanti e poetiche del mito della frontiera. Uscì nelle sale il 27 maggio 1954.
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