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I MIGLIORI ANNI DELLA NOSTRA VITA
(THe Best Years of Our Lives)
Regia: William Wyler
Cast: Myrna Loy ... Milly Stephenson
Fredric March ... Al Stephenson
Dana Andrews ... Fred Derry
Teresa Wright ... Peggy Stephenson
Virginia Mayo ... Marie Derry
Cathy O'Donnell ... Wilma Cameron
Hoagy Carmichael ... Butch Engle
Harold Russell ... Homer Parrish
Gladys George ... Hortense Derry
Roman Bohnen ... Pat Derry
Ray Collins ... Mr. Milton
Minna Gombell ... Mrs. Parrish
Walter Baldwin ... Mr. Parrish
Steve Cochran ... Cliff Scully
Dorothy Adams ... Mrs. Cameron
Don Beddoe ... Mr. Cameron
Victor Cutler ... Woody Merrill
Marlene Aames ... Luella Parrish
Charles Halton ... Mr. Prew
Ray Teal ... Mr. Mollett
Howland Chamberlain ... Mr. Thorpe
Dean White ... Mr. Novak
Erskine Sanford ... Mr. Bullard
Michael Hall ... Rob Stephenson
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Sceneggiatura: Robert Sherwood, (non accred. Howard Koch) dal romanzo di MacKinlay Kantor
Fotografia: Greeg Toland
Montaggio: Daniel Mandell
Scenografia: Perry Ferguson, George Jenkins, Julia Heron
Costumi: Irene Sharaff
Trucco: Marie Clark, Robert Stephanoff
Musiche: Hugo Friedhofer
Produttore: Samuel Goldwyn per la Goldwyn-RKO-Radio Pictures
Anno: 1946 Nazionalità: USA b/n 172 min.
8 Oscar: miglior film, regia, attore (March), attore non protagonista (Russell), sceneggiatura non originale, montaggio, colonna sonora
1 Oscar onorario (Russell) per il suo coraggio e la recitazione
1 Nomination: miglior suono (Gordon Sawyer)
2 Golden Globe: miglior film, speciale come attore non protagonista (Russell)
1 New York Film Critics Circle: miglior regista (Wyler)
1 British Academy: miglior film straniero
1National Board of Review: miglior regia
Il ritorno a casa di tre reduci americani della seconda guerra mondiale: Fred (Andrews), pilota modello, è tradito dalla moglie (Mayo) e perde il lavoro; Al (March) torna in banca e si batte per agevolare gli ex commilitoni; Homer (Russell, attore non professionista e vero mutilato di guerra) con due uncini al posto delle mani, teme la pietà altrui.
Il lieto fine era previsto dalla sceneggiatura, ma non così lieto come nell’ultima sequenza, aggiunta contro la volontà del regista. Wyler ricostruisce la realtà al dettaglio (si vantava di aver spedito le sue attrici a vestirsi ai grandi magazzini), privilegia lo scavo psicologico, enfatizza l’impiego civile, ma lo stile è tutt’altro che naturalistico. Visto che il direttore della fotografia è Greeg Toland (“Quarto potere”), le invenzioni a base di specchi abbondano, anche se sono fuse con la narrazione. Celebre la sequenza delle allucinazioni sonore di Fred all’interno dell’aereo abbandonato. Ottimo tutto il cast, bella la colonna sonora di Friedhofer.
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