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NASCITA DI UNA NAZIONE
(The Birth of a Nation)
Regia: David Work Griffith
Cast: Lillian Gish ... Elsie - Stoneman's Daughter
Mae Marsh ... Flora Cameron - The Pet Sister
Henry B. Walthall ... Col. Ben Cameron
Miriam Cooper ... Margaret Cameron - Elder Sister
Mary Alden ... Lydia - Stoneman's Mulatto Housekeeper
Ralph Lewis ... Hon. Austin Stoneman - Leader of the House
George Siegmann ... Silas Lynch - Mulatto Lieut. Governor
Walter Long ... Gus - a Renegade Negro
Robert Harron ... Tod - Stoneman's Younger Son
Wallace Reid ... Jeff - the Blacksmith
Joseph Henabery ... Abraham Lincoln
Elmer Clifton ... Phil - Stoneman's Elder Son
Josephine Crowell ... Mrs. Cameron
Spottiswoode Aitken ... Dr. Cameron
George Beranger ... Wade Cameron - Second Son
Maxfield Stanley ... Duke Cameron - Youngest Son
Jennie Lee ... Mammy - Tthe Faitful Servant
Donald Crisp ... Gen. U.S. Grant
Howard Gaye ... Gen. Robert E. Lee
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Sceneggiatura: David W. Griffith, Frank E. Woods, Thomas Dixon jr.
Fotografia: G. Willy Bitzer
Montaggio: D. W. Griffith, James Smith
Scenografia: D. W. Griffith, Walter L. Hall
Costumi: Robert Goldstein, Clare West
Musiche: Joseph Carl Breil, D. W. Griffith
Produttore: Harry E. Aitken, D. W. Griffth per la Epoc
Anno: 1915 Nazionalità: USA b/n 165 min.
Stati Uniti , 1860, legate da antichi vincoli di amicizia, le famiglie dei nordisti Staneman e dei sudisti Cameron si trovano su fronti contrapposti durante la guerra di Secessione. Dopo la vittoria del Nord e l’assassinio di Lincoln, Ben Cameron (Walthall) decide di fondare il Ku Klux Klan per difendere la sua gente dall’arroganza dei neri: ridarà il potere ai bianchi, dopo aver visto la sorella suicidarsi per sfuggire alle violenze di un uomo di colore e si sposerà con l’amata Elsie Stoneman (Gish).
Non si sa con certezza quando Griffith abbia pensato al realizzare questo ambio affresco della Guerra Civile americana, ma l’idea comunque prese forma un certo giorno del 1914 quando il suo sceneggiatore Frank Woods gli portò un mediocre romanzo di un pastore battista Thomas Dixon jr., “L’uomo del clan”, integrato con un altro dello stesso autore, “The Leopard’s Spot”. Griffith aveva appena iniziato a lavorare per la Mutual, e i suoi primi lungometraggi erano costati circa 10.000 dollari l’uno. Così 40.000 dollari sembravano un budget sufficiente a produrre un film tre volte più lungo, ma solo questi bastarono per allestire le scene, i costumi e le paghe. Le riprese furono effettuate negli interni tra cui nel Fine Arts Studio, il vecchio Kinemacolor Studio del regista sulla Sunset Buolevar. Il produttore Aitken comprò un pezzo di strada al di là degli studi e fu ricostruita la cittadina del Sud, mentre per le riprese esterne la troupe si spostò nella vicina campagna. Per la battaglia di Petersburg, l’unica scena di guerra su vasta scala, furono reperiti un parco e alcune aree disboscate a Cahuenga Mountain, dove attualmente sorgono gli studi della Universal; Big Bear Mountain fece da sfondo alla morte di una delle sorelle Cameron, mentre la scena centrale della cavalcata degli uomini del Klan fu girata nei boschi attorno a Rio Hondo. Superato per la versione storica (il Ku Klux Klan, secondo Griffth, avrebbe salvato il Sud dall’anarchia dopo la vittoria dei nordisti, colpevoli di aver liberato i neri), resta una pietra miliare della cinematografia per la raggiunta maturazione dei mezzi espressivi: il montaggio parallelo, l’alternanza di campi lunghissimi e primi piani, l’attenta caratterizzazione dei personaggi e il perfetto controllo degli attori, le grandiose scene di massa, gli effetti luministici. Da segnalare il largo uso dei mascherini per rompere la monotonia dello schermo rettangolare. Dopo sei settimane di prove, fu girato in 9 settimane, costando la cifra record per l’epoca di 110 milioni di dollari (di cui molti prestati), ne incassò oltre 50 milioni di dollari, sebbene ci siano delle difficoltà di calcolo poiché esistevano solo i dati delle cifre delle grandi città: merito del guadagno anche delle contestazioni e della pubblicità gratuita che ne accompagno l’uscita. Contro le tesi razziste insorsero infatti gli americani liberali, l’Associazione per il progresso della gente di colore e molti giornali e nelle manifestazioni di strada si contarono numerose vittime. Il film fu a lungo proibito in Europa, dove truppe di colore combattevano con gli eserciti alleati. Griffith rispose alle accuse con un pamphlet, ”The Rise And Fall Of Free Speech In America”, dove rivendicava il diritto di esprimere le proprie opinioni politiche, ma la sua miglior autodifesa fu “Intolerance”, girato nel 1916. Nei panni di John Wilkes Booth, assassino di Lincoln, c’è Roul Walsh, anche assistente alla regia. Occhio all’uomo che cade dal tetto: è un giovanissimo Erich von Stroheim. Il generale Grant è impersonato da un giovane Donald Crisp. Il film fu presentato all’Auditorium di Clune l’8 febbraio 1915 con il titolo “The Clansman”; il 3 marzo appariva la prima volta a New York con il titolo definitivo “Nascita di una nazione”.
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