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QUARTO POTERE

(Citizen Kane)




Regia: Orson Welles
Cast: Joseph Cotten ... Jedediah Leland
Dorothy Comingore ... Susan Alexander Kane
Agnes Moorehead ... Mary Kane
Ruth Warrick ... Emily Monroe Norton Kane
Ray Collins ... James W. Gettys
Erskine Sanford ... Herbert Carter
Everett Sloane ... Mr. Bernstein
William Alland ... Jerry Thompson
Paul Stewart ... Raymond
George Coulouris ... Walter Parks Thatcher
Fortunio Bonanova ... Signor Matiste
Gus Schilling ... The Headwaiter
Philip Van Zandt ... Mr. Rawlston
Georgia Backus ... Bertha Anderson
Harry Shannon ... Kane's Father
Sonny Bupp ... Charles Foster Kane III
Buddy Swan ... Kane, age eight
Orson Welles ... Charles Foster Kane
Sceneggiatura: Herman J. Mankiewicz, Orson Welles
Fotografia: Greeg Toland
Montaggio: Robert Wise, Mark Robson
Scenografia: Van Nest Polglase, Darrel Silvera, Hilyard Brown
Costumi: Edward Stevenson
Trucco: Mel Berns, Layne Britton, Maurice Seiderman
Musiche: Bernard Herrmann
Produttore: Orson Welles per la Mercury Productions-RKO-Radio Pictures
Anno: 1941 Nazionalità: USA b/n 119 min.
1 Oscar: miglior sceneggiatura originale
7 Nomination: miglior film, regia, attore (Welles), fotografia in bianco e nero, colonna sonora, scenografia e arredamento in bianco e nero (arr. Al Fields, Silvera), montaggio, suono (John Aalberg)
1 New York Film Critics Circle: miglior film
1 National Board of Review: miglior film




Alla morte del magnate della stampa Charles Foster Kane (Welles), gli inviati dei cinegiornali tentano di realizzare un servizio filmato sull'ascesa e caduta di Kane. Un giornalista (Allan) viene incaricato di indagare sulla sua storia passata e scoprire il senso della sua ultima parola pronunciata da lui prima di morire :"Rosebud". Per farlo incontrerà la sua seconda moglie Susan Alexander (Comingore) e il maggiordomo (Stewart): attraverso i loro racconti scoprirà le diverse facce di Kane, ma nessuno saprà rivelare il mistero di Rosebud.

Primo lungometraggio di Welles, chiamato dalla RKO a Hollywood (dopo il successo dello scandalo alla trasmissione radiofonica "La guerra dei mondi") con un contratto unico nella storia del cinema che gli permetteva di essere contemporaneamente produttore, sceneggiatore, regista, e attore del suo film. "Quarto potere" è in realtà la storia del magnate dell'editoria William Randolph Hearst, un uomo che era riuscito a dominare Hollywood e a intimorire gli attori grazie al suo giornale, ma non il ventiquattrenne Welles, che impresse sulla pellicola la vita e in particolare l'insuccesso in politica dell'uomo più importante di quel momento per gli Stati Uniti, di "un americano al cento per cento" come dichiara lo stesso protagonista a chi lo accusa di simpatie di destra e di sinistra. Lo stesso Hearst dichiarò di volerne comprare tutti i negativi per bruciarli, ma non ci riuscì, come invece sulla carriera di Welles, che in seguito andò tutta storta e persino la premiazione degli Oscar (nove nomination, di cui quattro solo a Welles), fu un vero fallimento. Opera capitale nella storia del cinema in anticipo di almeno quarant'anni sulle altre produzioni, il film è giustamente importante per molte ragioni: la scelta del soggetto, che grazie anche all'abilità del cosceneggiatore Henry Mankiewicz, mette in evidenza l'ambiguità del sogno americano, ma c'è anche molta autobiografia del regista (Kane perde la madre da piccolo come nella realtà per Welles, a differenza di Hearst, o la scalata dal successo all'insuccesso, che accomuna i due); la struttura narrativa tutta a incastri, dove i sei flashback raccontano anche due volte lo stesso soggetto con angolazioni e strutture diverse (l'esordio lirico della seconda moglie: dimostrazione della potenza di Kane nel ricordo di Leland, incubo privato in quella di Susan Alexander); l'innovazione tecnica, dovuta al direttore della fotografia Toland, che utilizzando nuovi sistemi d'illuminazione e obbiettivi speciali ottenne una straordinaria profondità di campo; l'influenza esercitata sullo sviluppo del cinema (e della critica) per la sua forza nel sottolineare il ruolo centrale del regista, qui "autore" nel senso pieno del termine. Poco amato alla sua uscita americana, attaccato da chi vedeva nel protagonista troppi richiami alla vita reale di William Randolph Hearst, criticato anche in Europa dove arrivò anche nel dopoguerra e suscitò subito molte perplessità per il suo gusto barocco e ridondante, "Quarto potere" si è ripreso la rivincita nei decenni successivi, confermando il suo posto unico nella storia del cinema e venendo eletto ripetutamente dai critici "il film più bello del mondo". Nell'edizione italiana ha comicamente stroppiato i due nomi-simbolo del film Rosebud e Xanadu (il gigantesco castello-prigione di Kane) in "Rosabella" e "Candalù". Il reporter con la pipa è interpretato da Alan Ladd, non è accreditato lo sceneggiatore Herman Makiewicz, che è un giornalista. Uscì nelle sale il 1 maggio 1941 e costò la modica cifra di $ 686.033 dollari.



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