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LA SETE DEL POTERE
(Executive Suite)
Regia: Robert Wise
Cast: William Holden ... McDonald Walling
June Allyson ... Mary Blemond Walling
Barbara Stanwyck ... Julia O. Tredway
Fredric March ... Loren Phineas Shaw
Walter Pidgeon ... Frederick Y. Alderson
Shelley Winters ... Eva Bardeman
Paul Douglas ... Josiah Walter Dudley
Louis Calhern ... George Nyle Caswell
Dean Jagger ... Jesse Q. Grimm
Nina Foch ... Erica Martin
Tim Considine ... Mike Walling
William Phipps ... Bill Lundeen
Lucy Knoch ... Mrs. George Nyle Caswell
Edgar Stehli ... Julius Steigel
Mary Adams ... Sara Asenath Grimm
Virginia Brissac ... Edith Alderson
Harry Shannon ... Ed Benedeck
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Sceneggiatura: Ernest Lehman dalla novella di Cameron Hawley
Fotografia: George Folsey
Montaggio: Ralph E. Winters
Scenografia: Cedric Gibbons, Edward Carfagno
Costumi: Helen Rose
Trucco: William Tuttle, Sydney Guilaroff
Musiche: /
Produttore: John Houseman per la Metro- Goldwyn-Mayer
Anno: 1954 Nazionalità: USA b/n 104 min.
4 Nomination: miglior attrice non protagonista (Foch), scenografia e arredamento in bianco e nero (arr. Edwin B. Willis, Emile Kuri), fotografia in bianco e nero, costumi in bianco e nero (Helen Rose)
1 National Board of Review: miglior attrice non protagonista (Foch)
Alla morte di un magnate dell’industria di mobili si mobilitano immediatamente i suoi successori. Di ben cinque vicepresidenti e possibili candidati, solo uno, McDonald Walling (Holden) riuscirà a prevalere grazie ad una sua strategia di mercato non rivoluzionaria, ma efficace.
Riflessione drammatica su una delle tante facce del potere: “la successione”, vista da Wise come momento essenziale di confronto e di lotta degli uomini. Eccezionale la scena iniziale che si apre con la morte in diretta del magnate e che fa scaturire poi tutta la trama, perfettamente sceneggiata da Lehman, che scansiona il tempo attraverso un’assordante din-don legato poi al sincronismo del montaggio. Cast di grandissimo livello da Holden a March, dalla Allyson alla Winters e Stanwyck raccolti tutti in mille sfaccettature di vita quotidiana chiusa all’interno di maestosi e gelidi grattacieli, simboli di una città al disopra di tutto e tutti. Musica inesistente per mettere in evidenza ancora di più la conicità dei protagonisti. Il film ebbe un seguito ancor più amaro “I giganti uccidono” del 1956. Uscì nelle sale il 15 aprile 1954.
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