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TEMPI MODERNI
(Modern Times)
Regia: Charles Chaplin
Cast: Charles Chaplin ... A Factory Worker
Paulette Goddard ... A Gamin
Henry Bergman ... Cafe Proprietor
Tiny Sandford ... Big Bill
Chester Conklin ... Mechanic
Hank Mann ... Burglar
Stanley Blystone ... Gamin's Father
Al Ernest Garcia ... President of the Electro Steel Corp.
Richard Alexander ... Prison Cellmate
Cecil Reynolds ... Minister
Mira McKinney ... Minister's Wife
Murdock MacQuarrie ... J. Widdecombe Billows
Wilfred Lucas ... Juvenile Officer
Edward LeSaint ... Sheriff Couler
Fred Malatesta ... Cafe Head Waiter
Sammy Stein ... Turbine Operator
Juana Sutton ... Woman with Buttoned Bosom
Ted Oliver ... Billows' Assistant
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Sceneggiatura: Charles Chaplin
Fotografia: Rollie Totherah, Ira Morgan
Montaggio: Charles Chaplin
Scenografia: Charles D. Hall, Russell Spencer
Trucco: Elizabeth Arden
Musiche: Charles Chaplin adattata da Alfred Newman
Produttore: Charles Chaplin per la United Artists
Anno: 1936 Nazionalità: USA b/n 89 min.
Charlot (Chaplin), un operaio alla catena di montaggio, per i forsennati ritmi di lavoro impazzisce, tanto da finire in manicomio e quando esce non ha più lavoro. Durante una manifestazione di protesta viene scambiato per sovversivo e arrestato dalla polizia, poi trova lavoro in un ristorante-dancing dove canta la sua ragazza (Goddard), ma deve ancora fuggire e i due si ritrovano all’alba, lungo la strada...
Una favola satirica contro la meccanizzazione e lo sfruttamento sociale tanto esilarante quanto struggente. Capolavoro assoluto proprio perché fa scaturire i concetti dalle immagini e non viceversa, “Tempi moderni” fonda l’umanesimo dei vagabondi con uno stile impareggiabile: rinunciando ancora al sonoro e lavorando sulle gag, Chaplin non presenta una sequela di comiche a tema, ma sviluppa un tema, il conflitto dell’uomo con la Storia e la Società, attraverso un congegno comico che va avanti per pura forza cinematografica. Feroce tanto contro il capitalismo occidentale quanto contro lo Stakanovismo, all’epoca venne accolto solo in Francia e in Inghilterra. In Grmania fu bollato come sovversivo e filocomunista negli Stati Uniti. Chaplin disapprovò molto queste accuse: “Il mio unico intento era quello di divertire. Era il solito Chaplin che questa volta agiva nel 1936. Ero partito da un’idea astratta, dall’impulso di voler dire qualcosa su un modo di vista standardizzato con gli uomini trasformati in macchine. Il film rispecchiava il mio modo di sentire questo stato delle cose. Sapevo che quello era ciò che volevo fare prima ancora di pensare a ogni altro particolare”. Fu realizzato in 10 mesi e costato 1.500.000 di dollari a causa della richiesta del regista di set molto elaborati (come quello della fabbrica e dei grandi magazzini). La musica è di Chaplin con adattamenti di Newman. Uscì nelle sale il 5 febbraio 1936.
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