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IL TEMPO SI E' FERMATO

(The Big Clock)




Regia: John Farrow
Cast: Ray Milland ... George Stroud
Charles Laughton ... Earl Janoth
Maureen O'Sullivan ... Georgette Stroud
George Macready ... Steve Hagen
Rita Johnson ... Pauline York
Elsa Lanchester ... Louise Patterson
Harold Vermilyea ... Don Klausmeyer
Dan Tobin ... Ray Cordette
Harry Morgan ... Bill Womack
Richard Webb ... Nat Sperling
Elaine Riley ... Lily Gold
Luis Van Rooten ... Edwin Orlin
Lloyd Corrigan ... McKinley
Frank Orth ... Burt
Margaret Field ... Second Secretary
Philip Van Zandt ... Sidney Kislav
Henri Letondal ... Antique Dealer
Douglas Spencer ... Bert Finch
Bobby Watson ... Morton Spaulding
B.G. Norman ... George Stroud, Jr.
Joey Ray ... Joe Talbot
Frances Morris ... Grace Adams
Harry Rosenthal ... Charlie
Ernö Verebes ... Waiter
James Burke ... O'Brien
Lucille Barkley ... Hatcheck Girl
Sceneggiatura: Jonathan Latimer dal libro di Kenneth Fearing
Fotografia: John Seitz
Montaggio: Eda Warren
Scenografia: Hans Dreier, Roland Anderson, Albert Nozaki
Costumi: Edith Head
Trucco: Wally Westmore
Musiche: Victor Young
Produttore: Richard Maibaum per la Paramount
Anno: 1948 Nazionalità: USA b/n 95 min.




L’editore Earl Janoth (Laughton) uccide la propria amante, Pauline York (Johnson), ma temendo che qualcuno possa averlo visto incarica George Stroud (Milland), direttore della sua rivista d’inchieste gialle “Criminologia” (in originale “Crimeway), di fare delle indagini: Janoth non sa che Stroud aveva passato la sera proprio con la donna, così come il direttore non sa che l’assassino è il suo editore.

Un ottimo giallo, cupo e angoscioso, ben diretto da Farrow, che può essere letto con facilità come una metafora sulla manipolazione e sulla sete di potere (inquietante il personaggio di Macready, nel ruolo del satanico direttore generale alla base di tutto l’intrigo). Il film è dominato dalla presenza inquieta di Laughton, onnipresente testimone o spia di tutto quello che avviene in un universo scandito dalla presenza costante degli orologi. Peccato solo che lo scontro tra editore e giornalista non si apra su una vera visione morale, come in Lang o Losey, e si concluda con un rapido finale. Eccellente la direzione degli attori: oltre ai due protagonisti, un’ottima Elsa Lanchester nel ruolo della svampita pittrice Louise Patterson e il massaggiatore muto e inquietante interpretato da Henry Morgan. Uscì nelle sale il 9 aprile 1948.





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